Il Napoli passa a Varsavia, con un turn over intelligente e capace di mantenere la fluidità del gioco

Turn over: una parola che spesso ha fatto tremare e soffrire i tifosi del Napoli, nel passato, più o meno recente. Non questa volta, non a Varsavia, da dove il Napoli lancia il suo grido a tutta Europa, senza mezzi termini. Sarri cambia e non poco, rispetto alla squadra abituata a vedere in campionato, ma alla lunga le scelte del tecnico hanno premiato un Napoli tutto “cazzimma” e concentrazione, sempre pronto a prendere in mano la partita.

Chiriches è stata la miglior scelta difensiva: praticamente un muro insuperabile, che erige una diga con Koulibaly, due montagne troppo alte per essere superate. Non sfigura nemmeno Maggio, che sostituiva Hysaj: fascia di capitano, corsa e qualche sacrificio per una partita giocata comunque ad un buon livello, senza particolari problemi in fase di chiusura o in fase di attacco, dove Maggio prova qualche volta ad assistere i compagni.

Valdifiori pare essere sulla strada giusta: dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio, quella col Legia è la miglior partita giocata. Un primo tempo non perfetto, ma nella ripresa è un continuo crescendo: ci prova, gioca di prima, dialoga coi compagni e garantisce velocità e fluidità ad una manovra che poco risente dell’assenza del perno principale, Marek HamsikAllan invece è il solito stakanovista, mentre David Lopez riesce puntualmente a stoppare, sul nascere, la manovra avversaria, non solo mettendoci tanta quantità ma anche qualità, giocando in modo intelligente e contribuendo in maniera fondamentale nel mantenere alta la pressione per un recupero palla che arriva sempre puntuale e preciso.

In avanti dominano Callejon e Mertens, con Gabbiadini terminale offensivo che ci prova costantemente. Più fortunato Mertens, ma Manolo gioca una partita di sacrificio per i compagni, prendendosi calci e falli vari, aiutando la squadra a salire e ad attaccare. Gonzalo Higuain, entrato sul finire del match invece, con Sarri sta diventando sempre più un attaccante da fantascienza, finalizzando al meglio la bella azione condotta con El Kaddouri, che in pochi minuti dimostra di avere non solo qualità ma anche personalità e voglia di emergere. È un Napoli che non si snatura mai, che mantiene sempre il pallino del gioco e che non perde la sua identità: pressing, possesso, passaggi di prima, verticalizzazioni, corse, a tratti calcio champagne, intensità. La squadra, a prescindere dagli uomini, gira sempre e ognuno sa come muoversi e a chi riferirsi, giocando un calcio bello da vedere per tutti. La sensazione è che stia via via nascendo non solo un grande gruppo, ma soprattutto una grande squadra. 

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