“Fate ciò che è nessario, poi ciò che è possibile, e infine…”: il Brugge non fa primavera, ma il segnale è buono

Non ho dubbi su Sarri, credo al 100% in lui, ma purtroppo a Napoli è così, ci sono 2 milioni di allenatori”: così ha parlato Pepe Reina ieri sera dopo la bella vittoria azzurra contro il Brugge. Dargli torto è impossibile, eppure è vero che nessuno poteva essere soddisfatto di questo inizio di stagione. Poi è arrivata al San Paolo la squadra belga: un avversario sicuramente non irresistibile (premesso che in Europa non esistono squadre materasso, come qualcuno pure ha detto), ma una partita che lancia dei segnali buoni e che fanno ben sperare per il futuro.

LA RIFLESSIONE – “Iniziate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Prendiamo in dono (e ce ne perdonerà) questa frase di San Francesco d’Assisi per provare a spiegare cosa è accaduto ieri sera, e soprattutto cosa potrebbe accadere in futuro. Il Napoli ha fatto ciò che era necessario, vale a dire vincere la partita; e quanto visto nell’arco dei 90′ impone onestà intellettuale: probabilmente si sarebbe vinto anche con il 4-3-1-2, data la netta differenza tecnica con il Brugge. Il punto è che questa squadra, per come è strutturata, sembra fatta su misura per il 4-3-3: era quello che in fondo si chiedeva anche a Benitez l’anno scorso.

CON LE ALI SI VOLA – Insigne studia da trequartista, ma per quanto abbia ancora margini di miglioramento in quel ruolo, non ha nelle corde il lavoro di sacrificio e quella fisicità che chiede Sarri. L’unico con queste caratteristiche, nella rosa del Napoli, è Omar El Kaddouri, che però non sembra ancora pronto per un ruolo di responsabilità. Questione Mertens-Callejon: entrambi hanno la vocazione di giocare larghi e di tagliare verso il centro; l’azione del secondo gol è emblematica, con lo spagnolo che va via sulla destra e mette al centro per il belga che confluiva da sinistra. Ma i tagli di entrambi sono stati numerosi durante tutto l’arco della partita. E’ per questo, ma non solo, che si chiedeva a Sarri il 4-3-3: quando ci sono problemi, se si iniziano a sfruttare i calciatori per quelle che sono le loro caratteristiche naturali, ci si porta un po’ avanti con il lavoro.

ORA LA LAZIO – Per una conferma che il Napoli è sulla giusta strada. “La partita dell’anno scorso? Siamo ancora più carichi per questo motivo”: le parole di Josè Callejon alla radio ufficiale lasciano presagire una squadra ancora con il dente avvelenato per la partita che le tolse la qualificazione ai preliminari di Champions. L’aspetto mentale sarà importantissimo, ma se con il Brugge si è vinto (facendo quindi il necessario) con la Lazio bisognerà fare il possibile: dimostrare di essere più forti dei biancocelesti e confermare di essere in crescita sotto tutti i punti di vista. Poi si penserà a ciò che (ora) sembra impossibile.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

 

 

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