Sarri presenta il Brugge ed il Brugge presenta Sarri: carattere, idee e lavoro per il nuovo corso del Napoli

Sono poco più di tre mesi che Maurizio Sarri è ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli. Dopo giorni di colloqui, ospitate alla Filmauro e valutazioni sul suo futuro, il 16 giugno l’ex tecnico dell’Empoli firmò il lungo contratto proposto da De Laurentiis e Chiavelli, per dare il via ad una nuova avventura ricca di punti interrogativi. Solo un anno nero su bianco per il momento: non perché non ce ne sia fiducia, ma per evitare alcun tipo di pressioni e passi falsi. Non potrebbe essere altrimenti, perché il divario con il passato, seppur recente è abissale: basta essersi fatti sorprendere dall’Empoli delle meraviglie per capirlo ed il paragone è bello che pronto.

SUI GENERIS. Don Maurizio, tra i migliori rappresentanti del calcio italiano ed italiota, ha le idee chiare: prima di tutto è un Maestro di tattica, uno stakanovista chiamato non a caso mister 33 schemi. Ma le differenze abissali con il suo predecessore partenopeo non sono mica finite: è un genuino, senza peli sulla lingua, che lavora subito al top con la sua rosa, imprimendo carattere e fiducia, con allenamenti intensi e basati sulla condizione atletica e tattica. Si lavora con il pallone ma anche in palestra, si ferma il gioco quando si sbaglia, non si hanno preconcetti. Così come non bisogna averne con lui.

LA PROVA DEL CAMPO. Passa Dimaro tra i favori degli addetti ai lavori e dei tifosi, per una preparazione impeccabile. Leggermente in meno il precampionato, con qualche risultato che fa storcere il naso. Poi un mercato incompleto ed i due punti in tre gare fanno il resto, aumentando lo scetticismo che in molti avevano per un allenatore sì in auge da un ventennio e con una ricca esperienza ma manchevole a livello internazionale e sulla panchina di un big. Certo, non è indicativo, non è sinonimo di vittorie o garanzia ma preoccupa i sostenitori che vorrebbero subito un Napoli al top dopo la gestione Benitez e le delusioni dello scorso anno.

ANNO ZERO. Passano i giorni, così  come le conferenze stampa e piano piano, in salita, arriviamo ad oggi, reduci da una serie di qui pro quo comunicativi nella press conference pre Empoli. C’è da presentare il Brugge eppure, più di porre il focus sulla prima avversaria in Europa del Napoli, lo si mette proprio su Sarri, che si racconta, palesando elementi mai emersi fino ad oggi. Si inizia dalle emozioni. “Per me domani sarà l’esordio in Europa League ma non c’è tempo per pensare alle emozioni. Penso solo al lavoro, alla partita, alla vittoria. Poi, ovvio, entrando in campo qualche bella sensazione ci sarà”. Proprio le pressioni infatti. Il tecnico non ne sente troppe, perché per lui l’idea di calcio è la stessa sia ad Empoli che a Napoli. “Per me allenare ad Empoli o a Napoli è uguale, per voi è diverso!” tuona. Chapeau.

IL CARATTERE. Si passa poi al carattere, per un segnale forte e chiaro. “Al Napoli manca cazzimma? Non credo, la vedo ma ahimè è sempre più palese in allenamento che in campo in campionato. Il mio ruolo è chiaro: io combatto per la squadra, tengo i ragazzi fuori da qualsiasi critica e ci metto la faccia con la sciabola. Gli do tutta la sicurezza e la fiducia necessaria per fare bene e dare il massimo. Nella vita sono una persona che ha fatto scelte forse folli, difficili. Spesso c’è stato scetticismo con tanti salti di categoria ma se sono arrivato fino a qui vuol dire che di personalità e carattere ne ho parecchio e lo devo trasmettere anche ai ragazzi”. E’ ben palese la sua verve, oggi più di sempre: analizza ogni reparto, non si sottrae nel parlare dei singoli, sorride, tuona. Risponde anche ad un mito come Maradona che non aveva fatto complimenti. “Maradona per me è un mito, andai al ritiro di Reggello per vederlo giocare ed allenarsi. Già il fatto che mi conosca per me è motivo di grande vanto. Lo ammiro davvero troppo, per questo preferisco non rispondergli nulla”. Chiama poi a raccolta i tifosi,  predicando ancora tempo, perché il Napoli è “a buon punto”.

Che sia oggi il vero anno zero di Sarri a Napoli lo scopriremo solo domani. Resta la certezza di una frattura sempre più palese rispetto al passato, che non può che apportare grandi miglioramenti negli elementi nel quale il club azzurro era manchevole: ordine ma versatilità tattica, lavoro, carattere, impostazione italiana, voglia di vincere, umiltà ed ambizione. Che sia un nuovo inizio, con chi sa bene da che parte affrontare la salita per poi godersi il panorama.

Alessia Bartiromo
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