“A centrocampo non siamo tantissimi”. Il Sarri pensiero rappresenta un forte segnale per la società

Non parla mai di mercato, Maurizio Sarri. Una visione della vita da tecnico, saldo sulla propria panchina, difficile da smussare. Una linea ferma, tenuta per tutta questa calda estate, la prima alla guida di una squadra d’alto profilo, con peculiari esigenze in sede di mercato.

Il monito. Esigenze, dicevamo, che emergono quando chiamati ad affrontare una stagione logorante, su tre fronti. Tenere il ritmo giusto disputando i 90′ di gara ogni tre giorni. Ed è proprio sul tema Europa League e sulla profondità della rosa, che la linea del tecnico napoletano di nascita ma toscano d’adozione barcolla. “A centrocampo non siamo tantissimi, vediamo l’evoluzione di Dezi, se tra un mese potremo considerarlo un’alternativa valida. Aspettiamo la chiusura del mercato, altrimenti lavoreremo con questi ragazzi”. Puntuale e conciso, senza fronzoli, come da consuetudine, Sarri.

Necessità e provocazioni. Un’analisi lucida, che affronta la situazione della rosa partenopea a metà campo. Agli irremovibili, ad oggi, Hamsik, Valdifiori ed Allan, si aggiungono Jorginho – naturale metodista nell’idea di gioco del tecnico ex Empoli – e David Lopez, che da interno a 3 non ha ancora sciorinato il meglio, complice anche una condizione fisica non ottimale. Cinque elementi, al netto della cessione di Inler e della prossima di De Guzman. Un campanello d’allarme per una società che si è ritrovata giocoforza spiazzata dai rallentamenti nella cessione del centrocampista ex Swansea, ma che ha il dovere di garantire, numericamente oltre che tecnicamente, una mediana all’altezza al nuovo allenatore. L’excursus su Dezi, ottimo prospetto, ma ancora acerbo e che necessiterebbe di ulteriori stagioni in cui farsi le ossa e attestare le proprie prospettive in ottica azzurra, resta una provocazione. Il diesse azzurroCristiano Giuntoli, è costantemente al lavoro in questi ultimi giorni di mercato. Dalla cernita dei Soriano, Vecino, Lemina, senza escludere sorprese, dovrà arrivare l’innesto richiesto. Lasciare inevaso l’appello, velato ma vivo, del nuovo allenatore rappresenterebbe un pessimo punto di partenza per la stagione appena cominciata.

Edoardo Brancaccio
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