Dalle indecisioni delle seconde linee alle belle sfumature di Mertens ed Insigne, il Napoli torna a lavoro alla ricerca di equilibrio

In fondo la storia non cambia mai: dipende come le prendi, certe cose. Di petto, di destro, d’istinto. Il Napoli è volato a Nizza, l’ha fatto senz’ansia e con la voglia di capire di più se stesso. Un sentimento lecito, specialmente se stai ricostruendo e se devi farlo con pazienza e tanto, tantissimo lavoro. Eppure la sconfitta all’Allianz Riviera lascia un amaro in bocca che si può spiegare soltanto con un volto: quello di Valdifiori. E con il suo accasciarsi, quasi affranto, dopo il terzo lancio di fila troppo fuori dai radar delle punte. Un gesto di stizza, s’intende. Nulla di più. Che però qualifica in pieno lo status di questo Napoli: c’è ancora da migliorare, nonostante le defezioni, i meccanismi da interiorizzare, i nuovi volti.

ANCORA DIETRO. In attesa di intensificare ancora il lavoro del campo con un Maestro eccelso come Sarri, il calciomercato potrebbe aiutare. E pure tanto. O forse sorprendere, chissà. Per ora, resta da registrare l’inserimento graduale di Chiriches ed Hysaj: due pedine che saranno fondamentali, ma soltanto col passare del tempo. E a Napoli sperano proprio passi in fretta, e soprattutto senza troppe conseguenze: ieri il duo Henrique-Koulibaly è stato martoriato dal pubblico francese, da Seri e da Germain. Con buonissima compartecipazione dei due portieri brasiliani: del tipo che se fossimo alla notte degli Oscar, una candidatura per i migliori attori non protagonisti spetterebbe loro di diritto. Pazienza: resta calcio d’agosto. Solo calcio d’agosto. E lo sa pure Pepe Reina.

FINALMENTE TU. Tante pedine, un unico scacchiere: Sarri è sempre stato chiaro. La solidità, prima di tutto. E poi la coesione dei reparti, gli schemi tattici, l’attenzione maniacale sui movimenti difensivi, ieri ancora abbastanza improvvisati, figli di numerosi errori individuali. Insomma, la ricetta prevede una base di concretezza con spruzzi di fantasia. Ovunque. Dal “dieci” Insigne agli spunti di Callejon e Mertens, dal talento immenso di Gabbiadini all’incredibile voglia di rivalsa di Higuain ieri non disponibile. Già, il Pipita: è tornato col sorriso, ha abbracciato tutti. Ora però il Gonzalo 2.0 ha da correre, tornare in forma. E poi segnare, e farne tanti. Dal dischetto o dai trentacinque metri: l’importante è mantenerlo, quel sorriso.

COLORI. Ora il Porto, poi il campionato. Match che diranno tanto, non tutto. Ecco: il Napoli ha decisamente un rapporto controverso con le sfide-verità. È che non hanno mai l’effetto migliore: possono esaltare quando non c’è nulla d’esaltante, o buttar giù quando non c’è proprio niente di così nero. Sì, ieri a Nizza c’è stata più qualche bella sfumatura: chiedere a Mertens per credere. O meglio: al suo destro secco, al suo dribbling spiazzante. All’urlo di gioia con cui ha zittito, anche solo per un istante, la curva del Nizza ancora alle prese con la post sbornia da rissa. A proposito: non troviamo sfumature per quanto accaduto ieri nel pre gara, non c’è neanche colore in quel clima di terrore che si respirava fuori lo stadio. C’è solo rabbia: quella di tutti. Senza distinzioni. Pardon: colori.

Dall’inviato a Nizza, Cristiano Corbo
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