Lampi di classe ed un ruolo da protagonista già cucito sulle spalle. Il migliore in campo per SpazioNapoli è…

Una dolce sinfonia, quella a tratti garantita dal gruppo di Maurizio Sarri al pubblico di Carciato. L’amichevole contro il Cittadella traccia i titoli di coda del ritiro azzurro di Dimaro lasciando in dote le prime certezze che la semina del nuovo tecnico partenopeo vede germogliare nel suo gruppo.

Una gara divertente, condizionata a tratti da una pioggia impietosa, in cui la compagine azzurra ha sciorinato per importanti sprazzi di gara i dettami del tecnico ex Empoli: fraseggio veloce, rapidità di esecuzione da garantire con costanza senza lasciar spazio ad eccezioni. Una gara in cui, nella mezz’ora a disposizione, ha convinto Raul Albiol: deciso, ordinato, una guida a testa alta per l’intera linea difensiva fino all’infortunio che l’ha costretto alla sostituzione. Un merito in più: il preciso stacco di testa a sbloccare le marcature e certificare il proficuo lavoro di Sarri sulle palle inattive. Bene El Kaddouri, così come De Guzman e Jorginho, sempre più calati nei nuovi meccanismi della mediana a 3.

Un vero e proprio incanto la prima frazione di gara Mirko Valdifiori: per il regista due assist ed un’intesa sempre crescente con i compagni. Il cervello del collettivo partenopeo in grado di dettare i tempi di gioco in maniera istantanea, carpendo con un secondo di anticipo i movimenti dei compagni. Preciso il corner per l’imbeccata di Albiol, impeccabile il lancio in verticale per il raddoppio di Lorenzo Insigne, ad attestare un feeling che ha tutto per essere il vero e proprio leit motiv della stagione che verrà. Quel connubio tra metodista e e trequartista che al Castellani ha reso in maniera impeccabile e da consacrare all’ombra del Vesuvio. Giocate sopraffine ad esaltare il talento di Frattamaggiore, il migliore in campo della sfida di stasera.

In conferenza Sarri aveva posto l’accento sulle difficoltà fisiche di un gruppo stremato da un ritiro probante e dispendioso. Segni che però non si sono intravisti sulle gambe e sulla lucidità del numero 24 partenopeo, che fino alla sostituzione ha dispensato giocate, intuizioni e dinamismo. Accorto nel pressare – condizione imprescindibile nel ruolo – e devastante negli ultimi venti metri. Proficua la ricerca dei compagni, devastante quando chiamato ad inserirsi, e far male, tra le linee. L’intesa con Valdifiori è già una certezza, fotografata nel pallonetto preciso a uccellare Vaccareggi e siglare il raddoppio, e perseguita in svariate occasioni. Sigillo sulla prestazione la doppietta personale a sfruttare l’invitante assist di De Guzman. L’ennesima gara a delineare una simbiosi crescente con quel ruolo da dieci richiesto e ottenuto con vigore, presagio ad un’annata che per Insigne può essere quella della definitiva consacrazione

Edoardo Brancaccio

 

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