A tenere banco in questi giorni, oltre al calciomercato, è la questione San Paolo. Una vicenda spinosa, che sembra ancora lontana da una soluzione. E la diatriba che nelle ultime ore si è scatenata intorno al prato dello stadio – e agli effetti negativi che i due concerti di Vasco Rossi e Jovanotti avranno su di esso – è solo la punta di un iceberg che nasconde tante insidie.
ASPETTO ECONOMICO – Il Napoli ieri ha presentato al Comune il progetto e i relativi elaborati tecnici per la ristrutturazione e l’ammodernamento dello stadio. E fin qui, tutto bene. A breve però, il club dovrà presentare lo studio di sostenibilità economica del restyling: dovrà in sostanza uscire allo scoperto e dire quanto vuole spendere per rifare l’impianto. Questo sarà un passaggio importantissimo, perchè poi bisognerà stipulare la nuova convenzione. E qui le parti – Napoli e Comune – sono ancora molto distanti.
LA CONVENZIONE – Aurelio De Laurentiis – secondo quanto raccolto dalla nostra redazione – chiederà una concessione dello stadio che sia duratura nel tempo, attraverso una convenzione di almeno 50 anni. Sarà d’accordo il Comune? Al momento non è dato sapere, mentre un altro problema potrebbe essere rappresentato dal canone che il Napoli dovrà pagare a Palazzo San Giacomo. L’anno scorso il Coni, cui si sono rivolte le due parti per stabilire a quanto ammontasse il “fitto” del San Paolo, si espresse così: nelle condizioni in cui è ora lo stadio, il prezzo equo è di 500 mila euro all’anno. Ed è questa la cifra che De Laurentiis vorrebbe pagare fin quando non saranno terminati tutti i lavori, compresi anche quelli esterni (che potrebbero costituire reddito per il Napoli attraverso, ad esempio, la creazione di un cinema e di un centro commerciale). Un prezzo che il Comune ritiene assolutamente incongruo. Su questo tavolo si giocherà la prossima battaglia. Che potrebbe non essere indolore.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano