A Torino altra brutta prova del centrocampo azzurro: manovra velleitaria e fase difensiva inesistente. La rifondazione deve partire da qui

Quella contro la Juventus allo Stadium è stata l’ennesima prova incolore del Napoli in questa stagione. Gli azzurri sono apparsi appannati, svogliati, privi del mordente necessario per avere la meglio della prima in classifica e per conquistare quei tre punti che sarebbero stati fondamentali per la rincorsa alla Champions League. Eppure chi si giocava la stagione erano proprio i partenopei, non i bianconeri.

La squadra di Benitez ha palesato così i soliti limiti caratteriali, ma quello che ha veramente destato preoccupazione, così come in tutto il resto dell’annata, è la stata la pochezza in fase difensiva anche al cospetto di calciatori considerati seconde scelte. Coman, che pure è un giovane interessante, è andato via troppe volte e con troppa semplicità ai vari Britos e Albiol, lo stesso spagnolo si è fatto beffare con una finta di corpo da Sturaro in occasione del raddoppio juventino. Incommentabile la reazione del difensore uruguayano che nei minuti di recupero ha colpito Morata in pieno volto con una testata regalando così il rigore a Pepe che ha chiuso la gara, annullando tra l’altro il (forse inutile) forcing finale.

Parlare, però, delle sole colpe della difesa sarebbe ingiusto, così come attribuire le reti subite ad uno dei due portieri, Rafael e Andujar, che equamente si sono divisi i 50 gol al passivo in campionato (30 il brasiliano e 20 l’argentino), con errori sparsi durante l’annata. Si sa, se la difesa non è ben protetta subirà sempre gol.

Risulta palese che senza l’adeguata copertura del centrocampo la squadra sarà sempre sbilanciata, cosa resa ancor più ovvia in occasione del gol di Pereyra: David Lopez e Gargano si sono lasciati attrarre sulle fasce lasciando un clamoroso buco in mezzo al campo che Coman ha subito sfruttato ricevendo palla in completa solitudine, il francese ha avuto il tempo di alzare la testa e offrire un pallone all’ex Udinese da spingere soltanto in rete.

Un’altra cosa che si sa è che la mente, i polmoni e il motore di una formazione sono il centrocampo, il gioco deve passare sempre da lì. Un centrocampo forte non solo rende solida la difesa ma garantisce agli attaccanti quei rifornimenti necessari per andare a rete. Bene, vista la gara con la Juventus non si può che sposare questa tesi. La mediana bianconera è stata un rullo compressore, sempre a recuperar palla e a spingere accompagnando la manovra offensiva. Addirittura imbarazzante il confronto con i colleghi partenopei trattati come gli ultimi arrivati non solo da Pogba e Marchisio (onestamente di un’altra categoria), ma anche da Stefano Sturaro che ha coronato una grande prestazione trovando pure il primo gol in campionato. Uno come Sturaro, considerato la quarta se non la quinta scelta alla Juventus, servirebbe come il pane a questo Napoli dove sarebbe un titolare inamovibile. Ecco, questo deve rendere l’idea di quanta sia ampia la differenza tra il Napoli e i campioni d’Italia. E se in fase difensiva i vari Gargano e David Lopez non sono stati eccelsi, la cosa non è migliorata in fase offensiva: male quando chiamati ad appoggiare, pessimi in fase di costruzione dove si finiva costantemente per lanciare lungo (e male) verso le punte; lo spagnolo ha salvato il voto in pagella con i bianconeri grazie ad una buona prova individuale che francamente non abbiamo mai visto durante l’arco del campionato, e che difficilmente sarà in grado di ripetere.

C’è poco da fare, se il Napoli ha intenzione di accorciare il gap che al momento c’è con la formazione di Massimiliano Allegri, ma anche con la stessa Roma, serve migliorare il centrocampo sotto ogni aspetto: tecnico, caratteriale e fisico. Dei vari Inler, Gargano, David Lopez e Jorginho si fatica a capire chi possa essere confermato nella prossima stagione.

Da valutare la situazione dello svizzero al quale resta un solo anno di contratto e che quindi il Napoli potrebbe decidere di cedere al miglior offerente. Stessa situazione per Walter Gargano che per alcuni tratti del campionato è stato ritenuto l’uomo fondamentale per la mediana, salvo poi ricredersi a causa dei soliti errori dell’uruguayano in fase di possesso palla. Con il Verona andrà invece discussa la comproprietà di Jorginho (per il quale c’è già un accordo con gli scaligeri che prevede il riscatto per una cifra di circa 5 milioni di euro), gli azzurri potrebbero quindi decidere di dare una seconda chance all’italo-brasiliano nel caso il nuovo allenatore decida di cambiare modulo utilizzando uno schema che preveda tre giocatori in mezzo al campo. Più ingarbugliata la situazione di David Lopez che forse è stato il centrocampista azzurro con il miglior rendimento stagionale. L’ex Espanyol è arrivato su consiglio di Benitez e il filo conduttore che lo lega al club partenopeo potrebbe dunque spezzarsi a breve visto l’ormai addio certo del mister ex Liverpool.

Dunque le probabilità che nella prossima stagione il centrocampo del Napoli venga completamente rivoluzionato sono estremamente concrete, anche se la logica vorrebbe che questa non sia la miglior mossa da effettuare. De Laurentiis e il nuovo tecnico risolveranno finalmente l’annoso problema della pochezza generale che riguarda la mediana, e che la rosa partenopea si trascina ormai da anni? I tifosi azzurri se lo augurano fortemente.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Pasquale Giacometti
Twitter: @Pasquale89G

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » A Torino altra brutta prova del centrocampo azzurro: manovra velleitaria e fase difensiva inesistente. La rifondazione deve partire da qui

Impostazioni privacy