Juve-Napoli, il gusto di rovinare la festa altrui e continuare a sperare nel proprio sogno

Animi contrapposti, stagioni differenti, diversi obiettivi. Sono poche le cose che accomunano Juventus e Napoli alla vigilia della sfida dello Juventus Stadium in programma (ebbene, non c’è stato verso di modificarlo) domani alle 18 per la penultima gara di Serie A.

Una partita dalle sfumature diametralmente opposte per bianconeri e azzurri. I primi, già campioni d’Italia e reduci anche dal successo di mercoledì sera in Coppa Italia, hanno tutta l’intenzione di omaggiare al meglio i propri tifosi nella più classica delle feste scudetto, prima di immergersi totalmente nel tourbillon tecnico ed emotivo della finale di Champions League. Ben altre aspettative quelle della squadra guidata da Rafa Benitez che approda a Torino con l’unico obiettivo di conquistare tre punti che significano poter fare ancora la voce grossa in zona Champions e poter guardare quantomeno con un pizzico di tranquillità in al derby di lunedì tra Lazio e Roma.

Il Napoli non ha certo bisogno di ulteriori motivazioni. Questa partita rappresenta una chiamata senza appello di una stagione che ha vissuto tanti momenti cruciali, affrontati dagli azzurri con alterne fortune. Ma quello di domani è un bivio, un punto di non ritorno da affrontare contro l’avversario più difficile e facile che potesse capitare. Per distacco la squadra migliore dell’ultimo quinquennio in Italia ma reduce da una partita di coppa andata ai supplementari e con la testa già altrove. Pertanto, la Juventus appare un oggetto non di facile interpretazione e proprio per questo sarà richiesta l’attenzione massima.

Gli azzurri devono credere nelle proprie possibilità, come dimostrato seppur a tratti in questa annata. Devono legittimare l’importante dato che la vuole come unica squadra italiana ad essere riuscita a strappare due titoli in due anni ai bianconeri. E perché no, devono anche pensare al sano gusto che provocherebbe guastare alla Juventus la tanto agognata, preparata e con i denti difesa, festa scudetto.

Perché nel calcio conta il risultato finale e l’ottenimento degli obiettivi prefissati, ma anche la gioia di prendersi qualche leggera soddisfazione di tanto in tanto.

Antonio Allard (Twitter: @antonioallard1)

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