Due partite sbagliate non possono offuscare il giudizio: Higuain resta un campione!

Non può mangiarsi tutti quei gol davanti al portiere“. “Se sbagli tutte quelle occasioni vuol dire che non sei un campione“. “Evidentemente non gli interessa nulla del Napoli“. “Se siamo stati eliminati è tutta colpa sua“. “Ahhh se c’era Cavani…“. Questi i commenti più frequenti che si sono rincorsi dopo la cocente sconfitta del Napoli con il Dnipro nella semifinale di ritorno di Europa League, che è costata l’eliminazione agli azzurri. Tutti con un unico, solo, destinatario: Gonzalo Higuain.

Il “Pipita” si è purtroppo reso protagonista in negativo nella doppia sfida con gli ucraini a causa delle tante palle gol fallite davanti a Boyko. Il portiere del Dnipro in patria è diventato un vero e proprio idolo, tant’è che si è guadagnato il soprannome di: “Nuovo Yashin“, estremo difensore dell’ex Unione Sovietica ed unico portiere che sia mai riuscito a vincere il Pallone d’Oro. Dunque un paragone non da poco. Almeno tre le palle gol fallite da Higuain nella gara d’andata ed una abbastanza clamorosa in quella di ritorno, il tutto condito da tanti errori non da lui. Possiamo tranquillamente affermare che quelle con il Dnipro sono forse state le peggiori partite del centravanti argentino all’ombra del Vesuvio, ma da qui ad addossargli tutta la colpa per l’eliminazione ce ne passa.

Il resto della squadra non l’ha di certo aiutato, in molti, non solo l’argentino, hanno giocato al di sotto dei propri standard ma a farne le spese in queste ore è soprattutto lui. D’altronde nel calcio, si sa, non esiste riconoscenza.

Eppure andrebbe almeno ricordato che il “Pipita” ha realizzato 27 reti in questa stagione, 7 delle quali in Europa League che hanno permesso al Napoli di approdare fino alle semifinali; basti pensare alla tripletta rifilata alla Dinamo Mosca, oppure al gol e alla strepitosa prestazione di Wolfsburg. Il calcio è un gioco di squadra, quando si perde non è mai colpa di un singolo ma sempre del collettivo.

Spesso si tende a dimenticare quanto il centravanti sudamericano sia fondamentale. Quando non gira lui, infatti, tutto il Napoli sembra spento e la gara di Kiev è soltanto uno degli esempi di quest’anno: Parma, Empoli, Palermo, Torino, e così via. Quando il nove non ha dato il meglio di sé tutta la formazione partenopea ne ha risentito, quasi come se si dipendesse dalle sue giocate, dal suo modo di far salire la squadra, dalla sua qualità nel servire i compagni che hanno fruttato 11 assist, oltre che dalle sue reti. Tutte qualità che rendono quantomeno ingiusto il paragone con Cavani e i rimpianti per quest’ultimo che nelle ultime ore si sono rincorsi in città. A dire di molti, infatti, con l’uruguayano si sarebbe certamente passato il turno. Il “Matador” aveva probabilmente più cattiveria sotto porta rispetto al “Pipita”, ma in quanto a qualità tecnica l’argentino è forse un paio di passi avanti all’ex azzurro. Critiche, quelle piovute su Higuain, che danno il sentore di essere alimentate più dalla delusione per una stagione che è stata nettamente al di sotto delle aspettative, che per veri e propri demeriti.

Si può concordare su chi accusa l’argentino di essere troppo nervoso e di sbraitare con i compagni. Ma ci si è mai chiesti il motivo di tanta irascibilità? La risposta è abbastanza semplice. Il “Pipita”, così come i tifosi partenopei, vorrebbe sempre vincere e il fatto di vedere la squadra non esprime il massimo delle proprie possibilità lo porta spesso ad arrabbiarsi più del dovuto con il risultato di essere poi poco lucido sotto porta; un limite caratteriale che l’argentino dovrebbe certamente provare a superare.

Chiosa finale su chi crede che ad Higuain non interessi minimamente delle sorti del Napoli. Bene, a coloro che hanno avanzato questa tesi noi rinfreschiamo così la memoria.

Perché, a volte, un’immagine vale più di tante parole. E perché, negli ultimi anni, di calciatori non napoletani che hanno versato lacrime per questa maglia ne ricordiamo davvero pochi.

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Pasquale Giacometti
Twitter: @Pasquale89G

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