CAFFÈ AZZURRO – Hamsik, era tutta questione di modulo?

 

Ricordate il Marek Hamsik forte e decisivo dei suoi primi anni napoletani? E ricordate il Marek Hamsik spento, cupo e discontinuo del primo anno e mezzo di gestione Benitez? Ecco, prendere ora la prima versione di Marekiaro ed oscurate l’ultima. Il capitano è tornato a grandi livelli, ai suoi livelli.

Non è soltanto una questione di numeri, né tanto meno dei cinque gol decisivi che ha portato alla causa partenopea in questo ultimo mese. E’ un discorso di carattere. Sì, perché lo slovacco di questi giorni è cattivo negli occhi e decisivo con la testa e con le gambe. Un giocatore del tutto diverso, che Benitez sta ammirando per la prima volta da quando siede in panchina al San Paolo.

Il dibattito che si faceva per analizzare le cattive prestazioni di Hamsik ruotava tutto esclusivamente sul modulo del tecnico spagnolo. Si diceva che il 4-2-3-1 non era adatto alle sue caratteristiche a differenza del 4-3-3 di Mazzarri che lo faceva spaziare e giocare in libertà dietro la punta. Eppure, nelle ultime partite il modulo di Benitez non è cambiato, è rimasto sempre lo stesso. Si sono evolute, invece, le motivazioni e le prestazioni del capitano, che sta iniziando a sentire l’odore del sangue e delle gare decisive.

E’ dovuta ad una esplosione dell’anima questa seconda giovinezza azzurra di Hamsik e l’emblema sono le due reti siglate a Wolfsburg. Da lì è partito tutto, da lì la macchina si è sbloccata ed ha ricominciato a carburare. Non poteva essere altrimenti. Sino a due anni fa paragonavamo questo giocatore a Gerrard, Lampard e Iniesta. Ieri era un brocco da scartare. Oggi, invece, è lui con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. Un ragazzo simbolo, semplicemente Marek Hamsik.

G. Sgambati

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » CAFFÈ AZZURRO - Hamsik, era tutta questione di modulo?

Impostazioni privacy