Non è una squadra da trasferta questo Napoli: la sconfitta dell’Olimpico è la quarta di fila rimediata lontano dal San Paolo e va a sommarsi a quelle patite contro Palermo, Torino e Verona. Un problema serio, quello degli azzurri, che fuori porta palesano evidenti difficoltà. Un possesso palla sterile e qualche conclusione scialba sono gli ingredienti di queste ultime prestazioni insapori.
Higuain e compagni non sono corsari, e l’hanno dimostrato nell’arco dell’intera stagione. I dati in trasferta sono impietosi: sei vittorie, tre pareggi, sei sconfitte. Numeri da media classifica, non certamente da squadra con ambizioni europee. Sedici reti segnate, diciassette subite, a dimostrazione che per vincere non basta soltanto segnare una rete più degli avversari, ma anche una retroguardia solida e affidabile. Cosa sconosciuta al Napoli, che viaggia a una media superiore a una rete subita a partita.
Qualcosa va cambiato: nell’atteggiamento, nel gioco o negli interpreti. Effettivamente pesa come un macigno sul groppone di Benitez la scelta di lasciare fuori anche stavolta Manolo Gabbiadini e di mandare in campo lo spento Callejon e l’evanescente De Guzman. Urge una svolta, perché da qui alla fine del campionato mancano solo quattro trasferte e i punti fuori casa possono risultare decisivi. Impegni da non sottovalutare, visto che tre delle squadre da affrontare (Cagliari, Empoli e Juventus) hanno fermato il Napoli già al San Paolo. Vietato anche sottovalutare la trasferta di Parma, squadra che, malgrado la condizione in cui si ritrova, ha strappato un pari a San Siro, sponda Inter.
L’obiettivo primario è quello di ritornare a vincere, al San Paolo, contro la Fiorentina, ma anche e soprattutto in trasferta, a partire dalla gara del Sant’Elia contro il Cagliari. Resta ancora un interrogativo: vale ancora la pena crederci? Al Napoli il compito di rispondere.
Vittorio Perrone