L’integralismo tattico di Benitez si rinnova soprattutto in campionato ma le alternative non mancherebbero

Nonostante le giustificate polemiche concernenti l’operato arbitrale che hanno colorato il post partita di Napoli-Atalanta, gli azzurri non hanno pienamente convinto il pubblico del “San Paolo” peccando di cattiveria e concretezza, complice anche le fila serratissime schierate dall’allenatore dei bergmaschi Edy Reja che ha impostato la propria gara sul dogma tipicamente italiano del “prima non prenderle”. Il solito 4-2-3-1 messo in campo da Benitez però non garantisce più quell’imprevedibilità che consente ai partenopei di aggirare il muro avversario a discapito della fantasia dei singoli e della fluidità della manovra collettiva di cui il Napoli dovrebbe più spesso sfoderare come asso dalla manica in questo genere di match difficili da sbloccare.

L’INTEGRALISMO DI RAFA. Al centro delle critiche di parte dei tifosi è proprio la mancanza di versatilità sul piano tattico del tecnico spagnolo. Il Napoli si presenta sul rettangolo verde sempre con lo stesso schema, cercando di sviluppare costantemente la manovra sugli esterni oppure facendo perno su Higuain al fine di permettere gli inserimenti dei centrocampisti o dei laterali d’attacco. Tali movimenti e tali dinamiche di gioco sono ormai facilmente intellegibili dalle difese avversarie, specie se la squadra opponente limita la sua gara alla fase di contenimento con sporadiche ripartenze per offendere, situazioni in cui gli azzurri più di una volta si sono lasciati sorprendere. Spesso Benitez non ha nemmeno attuato cambi in corsa, adoperando sostituzioni tattiche che non hanno modificato l’atteggiamento in campo nè risollevato le sorti di alcune partite in cui il Napoli era in grave difficoltà tanto nel gioco quanto nel risultato.

I CAMBI. Non è il caso della sfida di ieri quando i partenopei, seppur immeritatamente ed ingiustamente, erano sotto di un goal. L’allenatore madrileno ha inserito nel finale la seconda punta Duvan Zapata che il destino ha voluto fosse l’uomo che ha portato la squadra al pareggio: ed è proprio lo schieramento a due punte che i supporters invocano a gran voce, che basano la loro “richiesta” sull’ottima vena realizzativa del colombiano e sull’intesa dimostrata in alcune occasioni con Higuain.  Il Pipita stesso ha in passato auspicato un modulo con due punte vere in avanti insieme a Gabbiadini, il cui movimento perpetuo negli ultimi trenta metri concederebbe maggiori libertà al fuoriclasse argentino. La doppia punta penalizzerebbe da una parte gli esterni su cui Benitez ha sempre fatto affidamento, ma dall’altra permetterebbe al Napoli di ricercare opzioni d’attacco differenti con cui sorprendere il nemico, magari verticalizzando e andando più di sovente in profondità.

Non resta che avere fiducia nelle strategie studiate dal mister spagnolo con la speranza che con il tempo ci possa essere maggior malleabilità dal punto di vista tattico in questo finale di stagione, che comunque può riservare ancora grandi gioie ai sostenitori del “San Paolo” che pretendono l’ingresso in Champions League ed almeno uno dei due trofei disponibili da poter sfoggiare in bacheca.

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