Caro mister, questa sconfitta non ci può stare

Ci può stare. Così mister Benitez, con la sua insolita ironia, ha commentato le ultime partite, tra errori tecnici, arbitrali, sviste e riviste storiche. La sconfitta di ieri, però, brucia. Tantissimo. E, forse, non ci può stare. Per mille motivi. Per il momento, per l’avversario, per il modo in cui è arrivata.

Non ci può stare perdere una partita a Torino contro una squadra inferiore.

Non ci può stare continuare a regalare gol su errori difensivi, specie dai calci d’angolo.

Non ci può stare perdere pur avendo una supremazia territoriale di 17 minuti contro i 9 degli avversari.

Non ci può stare continuare ad andare in trasferta e giocare sulla difensiva, sul contropiede, o creando il nulla.

Non ci può stare perdere contro una squadra che appena due giorni prima ha vinto una partita storica a Bilbao, sprecando tutte le energie in corpo, mentre noi ci allenavamo al San Paolo con Trabzonspor.

Non ci può stare perdere di fronte all’ennesima prova di maturità.

Non ci può stare lamentarsi ancora con l’arbitro, quando la partita è andata male per evidenti errori tecnico-tattici.

Non ci può stare una partita senza una sola occasione da gol importante.

Non ci può stare ritrovarsi la Lazio a 2 punti, perdendo lunghezze con le solite piccole.

Non ci può stare tenere Gabbiadini in panchina così a lungo, e continuare a dare fiducia a quel fantasma di Callejon.

Per il resto ci fidiamo di Benitez. Così come avevamo fiducia in lui la notte amara in cui gli azzurri furono sconfitti a Berna dallo Young Boys. Anzi. Il finale di stagione si avvicina, così come si avvicinano le partite decisive. A partire da quella di mercoledì con la Lazio. E lì, gli errori, non sono più ammessi.

Raffaele Nappi

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