Napoli e i portieri: storia di un amore difficile

In principio c’erano Emanuele Belardi, Matteo Gianello e Olivier Renard. Eravamo in serie C, e il Napoli Soccer si apprestava a cominciare la stagione. Poi toccò, negli anni, ai vari Iezzo, Navarro, Bucci, Rosati, De Sanctis, Reina. Diciamo pure che negli anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Chi di voi ricorda le imprese di Nicolas Navarro? E come dimenticare le opposizioni di Rosati e Gianello?

Ricapitoliamo: nel 2004 toccava a Belardi, Gianello e Renard. Nel 2007, ad esempio, toccò a Iezzo prendere il posto di portiere azzurro, con alle sue spalle Gianello, Del Giudice ed il giovane Navarro. Nel 2008 arrivò Bucci, oramai in tarda età, a dare manforte al gruppo. Come terzo, ovviamente.

Nel 2010 è arrivato De Sanctis, che per 4 anni ha difeso la porta napoletana. Con alti e bassi, certo. Ma garantiva continuità e sicurezza. Nel 2013, in una piovosa mattinata romana d’inizio estate è arrivato Pepe Reina a Villa Stuart. In poco tempo ha convinto tutti: l’esperienza si è fatta sentire, non senza nei. Ma lo spagnolo è riuscito a mantenere salde le redini di un intero reparto. Con effetti devastanti.

Ad inizio anno, poi, la chiara scelta della società: puntare su Rafael, farlo crescere. Accettarne parate strepitose ed errori. Mariano Andujar, che non è di certo l’ultimo arrivato, lo sa bene. La finale di Supercoppa ci ha regalato un campione. In campionato, però, gli errori si fanno sempre più continui. Come fare?

Il punto, però, è un altro. Perché non importa se ti chiami Reina o Gianello, se indossi la maglia del Real Madrid o del Napoli, se giochi in serie A o in Lega Pro: il portiere è un giocatore solitario. Ogni suo errore si amplifica all’infinito. Ogni suo passo viene analizzato, ogni parata poteva essere migliore, ogni gol evitabile. Il portiere, dal canto suo, non può che sperare di prenderne meno. Essere portiere significa stare in battaglia con il gol, vivere ogni partita cercando di evitare l’attimo fatale. Insomma: tutti sbagliano, soprattutto i portieri. Il migliore è solo colui che sbaglia il meno possibile. A Rafael va il compito di capire la lezione e risollevarsi il prima possibile.

Raffaele Nappi

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » Napoli e i portieri: storia di un amore difficile

Impostazioni privacy