I mille volti dei terzini azzurri tra esperienza, qualità e valide alternative

Nella partita di ieri contro l’Udinese un’altra buona prova della difesa azzurra che, fatta eccezione per qualche incertezza nella prima frazione specie da parte di Britos, ha garantito una solida guardia alla porta di Rafael. Degna di nota è la prestazione dei due terzini, non tanto per la qualità della stessa ormai conclamata, quanto per l’ennesima dimostrazione della possibilità in seno a Benitez di attuare un turn over costante e mai rischioso.

Nell’ultima gara è toccato a Ghoulam Maggio presiedere le fasce del Napoli. L’algerino sulla sinistra si è rivelato in forma nonostante gli sforzi sostenuti in Coppa d’Africa: lucido e fluido nella corsa, ha garantito sempre la sovrapposizione sul lato di competenza, lasciando maggior libertà al compagno di versante Mertens. Widmer lo ha impegnato di sovente in fase difensiva, ma il numero 31 non commette grossi errori, anche se rispetto a Strinic appare meno abile nelle chiusure.

Il vice capitano Maggio invece, costretto recentemente a giocare quasi tutte le partite per i problemi fisici di Mesto e Zuniga, offre un’ulteriore riprova della sua affidabilità, elemento sicuramente determinante nelle trattative per il rinnovo dell’ex Sampdoria e per il rush finale di una stagione che ha ancora tanto da dare ai partenopei. Da perfezionare l’intesa sulla fascia destra con Gabbiadini in fase di contenimento, ma il tempo dovrebbe portare la soluzione. Importante sia in fase difensiva che offensiva, aggredisce gli avversari con grande carattere, trascinando i compagni con esperienza e determinazione.

Non solo quindi su un incredibile potenziale offensivo, ma anche grande intercambiabilità dei suoi uomini: il Napoli di Benitez può costruire così le basi per i suoi prossimi successi.

Marco Fazio

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