Le parole tabù di un Napoli in ascesa, da “contratto in scadenza” fino al classico “ci può stare”

Non provate a pronunciarle. Mai. Soprattutto di lunedì e dopo una partita del Napoli. Ancor più al cospetto di un tifoso partenopeo o ancor peggio di un avversario. In questo roseo periodo per Higuain e compagni, l’attenzione non deve assolutamente essere distolta dal campo, giudice supremo ed assoluto di tutti i verdetti del nostro amato calcio. Guai a provare ad innescare un meccanismo a catena tra il sarcastico ed il serioso, che aiuti a bruciare le tappe o fasciarsi la testa prima di rompersela, per dirla senza troppi mezzi termini. Perchè, attualmente, ci sono delle frasi più che degli argomenti, che proprio non possono essere più accostati alla squadra partenopea in netta ascesa: pena, una ricca risata di Benitez o, ancor peggio, un exploit DeLaurentiissiano, fino alla smentita più totale. Ma per quest’ultima, bisogna aspettare ufficialmente ancora giugno.

Non provate a dire “contratto in scadenza“. Negli spogliatoio del “San Paolo” ed a Castel Volturno gira voce di poster a grandezza naturale con questa frase e la scritta “Wanted”. Se n’è parlato decisamente già troppo ed anche anzitempo: in ogni intervista, ogni conferenza, ogni incontro per le strade di Napoli. “Mister, rimane a Napoli?” “Mister, raggiungerà la famiglia a Liverpool?” “Mister, senza Champions andrà via?” E la stessa, diplomatica ma squisita risposta di Don Rafè, che ormai non sa più come convincere tifosi ed addetti ai lavori a cambiare prospettiva. “In Italia avere un contratto in scadenza a giugno sembra una tragedia”, “Non ho mai parlato con altri club”, “Penso solo al Napoli, ho già rifiutato due offerte”. Più di così, si muore. Ed, al contempo, non provate a dire che in realtà già ha deciso di andare via. Glielo si legge negli occhi innamorati che all’ombra del Vesuvio ha ancora tanto da dire e da fare e che, ogni decisione, sarà realmente rimandata a fine stagione. Per ora, stringiamoci tutti intorno a lui e soprattutto, valorizziamolo: perchè è un immenso patrimonio per il calcio italiano e partenopeo e sarebbe un peccato capirlo solo troppo tardi.

Non provate a dire: “Adesso come si fa, la rosa è troppo ampia, chi va in panchina?”. Ad avercene ogni anno problemi di questo tipo. Basta riavvolgere il nastro dell’attuale campionato fino ad inizio stagione per capire come questa condizione sia fortemente privilegiata. Godere di uno Strinic già in forma, motivato e perfettamente negli schemi di Benitez, di un Ghoulam tra i migliori in azzurro prima della partenza per la Coppa d’Africa o ancora un Mesto sempre attento e preciso insieme ai versatili Britos ed Henrique fino al prossimo rientro di Zuniga solo per nominare i terzini mancini, non può che essere un enorme punto di forza per il rush finale in campionato. Per non parlare di una mediana che gode di carattere e qualità ancora da esprimere, di un attacco folto e stellare invidiato da mezza Europa e da due portieri che possono benissimo alternarsi tra le varie competizioni. Insomma, i problemi di abbondanza nel calcio non esistono, anzi: hanno sempre vinto le squadre con una rosa ampia, pronta e competitiva.

Non provate a dire “Maggio è finito”. La gara di Verona di ieri è stata fortemente esplicativa: quando in forma, Maggio corre più di Jorginho e De Guzman messi insieme. Il vice capitano è versatile, trascina i compagni, risolutivo sia in copertura che in fase offensiva, creando ottimi spunti per i compagni e supportando anche la mediana. E’ il giusto mix di esperienza, precisione e gamba, tornando ad essere il giocatore ammirato ed amato dai suoi tifosi negli scorsi anni. Con la speranza che sia sempre così, per il momento va tutelato ed impiegato. Fiducia per lui.

Non provate a dire più il “ci può stare”. Soprattutto in presenza di juventini, aggiungerei. In queste ultime gare, il Napoli ha dimostrato di essere forte. Più forte anche degli errori arbitrali che, ahimè, stanno continuando a flagellare tutto il calcio italiano, senza discriminazioni. Con Higuain, Callejon, Mertens, Gabbiadini e soci in forma, nessun fuorigioco ingiusto fischiato può reggere: basta un gol in più degli avversari e questo team ha tutte le carte in regola per siglarlo. Nessun alibi, nessun tentennamento: gli azzurri devono confermarsi una macchina da guerra e niente e nessuno deve e può rallentare la loro corsa.

Infine, non provate a dire che il Napoli non possa sognare. Se la Roma dista sette punti dalla capolista Juventus ed il Napoli solo quattro lunghezze dai giallorossi (con lo scontro diretto aggiudicato al “San Paolo”), il secondo posto degli azzurri è sicuramente più alla portata dello Scudetto dei capitolini. Restare con i piedi per terra è giusto, così come un ricco pizzico di ambizione, quella spavalderia di “provarci fino alla fine”, senza avere nulla da perderci. Quattro punti sono più che recuperabili alla distanza ma serve compattezza, continuità e tanta voglia di fare bene. Tutti insieme, come predica sempre Benitez, sin prisa y sin pausa. Senza dimenticare Coppa Italia ed Europa League, tutt’altro che “coppette” (altra parola tabù ndr). Il Napoli, ad ora, ha davvero tutte le carte in regola per concludere più che bene questa stagione.

Alessia Bartiromo
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