IL PAGELLONE 2014 – Lorenzo Insigne

E’ stato sicuramente uno dei calciatori più discussi in assoluto di tutto il 2014 azzurro, le sue prestazioni altalenanti lo hanno spesso fatto passare da idolo a calciatore sopravvalutato, dagli applausi scroscianti ai fischi fragorosi. Stiamo parlando del miglior talento venuto fuori dalla primavera azzurra nell’era De Laurentiis, ovvero di Lorenzo Insigne.

Eppure nonostante le critiche, in alcuni casi decisamente eccessive, l’anno che si sta per concludere è stato importante per Lorenzo e la sua crescita professionale. Era ormai diventato il titolare della corsia mancina nel 4-2-3-1 di Rafa Benitez, relegando spesso (per qualcuno anche ingiustamente) alla panchina Dries Mertens. L’anno era iniziato benissimo con le reti al Verona in campionato e all’Atalanta in Coppa Italia, sembravano essere la svolta ma evidentemente non era così, non ancora almeno. Una serie di gare negative con giocate che non arrivavano e di gol mancati con tante opportunità sulla carta semplici da sfruttare e poi fallite, avevano infatti spinto il pubblico partenopeo a criticare ferocemente il talento di Frattamaggiore fino ai fragorosi fischi ricevuti in Coppa Italia contro la Lazio alla quale Lorenzo rispose in maniera vistosamente stizzita. La rottura con la tifoseria (o con la parte più esigente di essa) sembrava insanabile, qualcuno addirittura ne auspicò la cessione, ma sia Benitez che De Laurentiis hanno sempre creduto incondizionatamente nel ragazzo che nel finale di stagione dello scorso anno tornò prepotentemente protagonista: prima le buone prestazioni condite da assist nelle gare con Catania, Juventus e Lazio (tutte gare poi vinte), per poi giungere all’apoteosi durante la finale di Coppa Italia giocata a Roma contro la Fiorentina, gara in cui Insigne si erse assoluto protagonista e decise la sfida con una doppietta. Non finisce qui, Lorenzo continua il suo periodo magico andando ancora in rete contro la Sampdoria alla penultima giornata dello scorso campionato e regalando l’ennesimo assist vincente della sua stagione nella partita successiva con il Verona. Prestazioni che gli son valse, nonostante nessuno ci credesse, la convocazione in nazionale per la spedizione italiana al mondiale brasiliano.

Quando il periodo buio della sua annata sembrava alle spalle però succede quello che non ti aspetti: nel ritiro estivo di Dimaro Lorenzo si rifiuta di fare un semplice saluto alla tifoseria durante la presentazione della squadra. Forse insoddisfazione per il suo ruolo o per qualche disguido interno, fatto sta che da lì in poi il nervosismo cresce e durante la gara d’andata dei preliminari di Champions League con l’Athletic Bilbao, dove Insigne incappa in una prestazione non esaltante, il pubblico (probabilmente stizzito più dal mercato insoddisfacente che dalla prestazione negativa del calciatore), tornò a fischiarlo. Non una parola, non un fiato stavolta, ma la sensazione che l’aria fosse tornata ad essere pesate c’era. Ma ancora una volta Benitez decide di puntare tutto su di lui, il talento azzurro è perfetto per il modulo del tecnico spagnolo: sa sacrificarsi, ripiegare ma allo stesso tempo sa essere incisivo anche in fase offensiva. Ha solo bisogno di trovare continuità e fiducia in se stesso. E la molla che ha fatto scattare Insigne arriva il 5 ottobre quando al “San Paolo” si affrontano Napoli e Torino, Lorenzo in questa gara fallisce due clamorose opportunità per andare a rete con gli azzurri in svantaggio, ma il pubblico non inveisce contro di lui, bensì lo incita. E nel secondo tempo il fato torna a sorridere ad Insigne che sigla la rete del pari a cui fanno seguito le splendide (quasi commoventi) lacrime di liberazione del ragazzo che poi confeziona anche l’assist per la rete vincente di Callejon. Questa gara sarà il punto di partenza per la rinascita di Insigne che contro Verona, Atalanta e soprattutto Roma sfodera giocate sensazionali, assist e dribbling da urlo. Insomma il trascinatore del Napoli era ormai diventato il ragazzotto che poche settimane prima usciva tra i fischi del pubblico. De Laurentiis lo premia con il rinnovo fino al 2019 ed anche la nazionale era stata riconquistata, il ct Conte infatti non era rimasto indifferente alle sue prestazioni e lo avrebbe sicuramente richiamato in azzurro.

Peccato che ci si metta ancora di mezzo il fato, in maniera negativa stavolta. Infatti a Firenze il 9 novembre, dopo aver poggiato male il piede a terra in seguito ad uno scontro con Ilicic, Insigne esce tra le lacrime dal “Franchi”. Sentore che qualcosa di brutto era successo. E così è: rottura del legamento crociato del ginocchio destro e stagione terminata in anticipo, così recita il bollettino medico. Una sfortuna incredibile, nel suo momento migliore “Il Magnifico” è incappato nel peggior infortunio della sua carriera. Una splendida canzone di Antonello Venditti recita: “Quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita“, Lorenzo prenderà spunto da queste parole e tornerà più forte di prima, ne siamo certi.

Non ha potuto quindi prendere parte alla vittoriosa finale di Supercoppa contro la Juventus, appuntamento alla quale teneva tantissimo, ma questo successo deve sentirlo comunque suo. Il Napoli se è arrivato a giocarsi questo trofeo, d’altronde, lo deve soprattutto ad Insigne e alla sua doppietta contro la Fiorentina in finale di Coppa Italia.

VOTO: 7.5

 

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