IL PAGELLONE 2014 – Josè Maria Callejon

Un anno da incorniciare, il migliore della sua carriera, il 2014 di Josè Maria Callejon. Certe maglie pesano. Anche per chi ha indossato, sempre con ottimo rendimento quando chiamato in causa, la camiseta del club più prestigioso nel panorama calcistico mondiale: il Real Madrid. Quella maglia numero 7, però, non era una qualsiasi maglia azzurra, era appena stata abbandonata, in un marasma incontenibile di rimpianti e ricordi, da Edinson Cavani, un uomo da 104 goal in tre anni. Pagina incancellabile della storia partenopea. Maglia indossata con le spalle larghe di chi ha affrontato il Bernabeu sempre a testa alta, con impagabile qualità e quantità, al limite della vera e propria rivelazione fin dai suoi primi giorni partenopei nell’ultimo scorcio del 2013, quello della Rafa Revolution. Subito in rete all’esordio in A contro il Bologna, chiuderà l’anno solare con 10 goal e 1 assist tra campionato e Champions. Premesse da occhi lucidi, passo da fondista, gran tiro in porta con entrambi i piedi, un senso del goal che stupisce molti, mai un centesimo versato nelle casse della Casa blanca è stato rimpianto fin dall’immediato impatto. Il seguito di quest’avventura aveva però in serbo meraviglie per il ragazzo di Motril.

Top player – Doppia doppia nella prima parte di 2014 per l’esterno d’attacco spagnolo. Dieci goal e altrettanti assist distribuiti tra Serie A, Coppa Italia e Europa League. Il tutto abbinato a prestazioni stoiche, macinando chilometri su chilometri proprio come il suo predecessore uruguaiano. Freddezza sotto rete abbinata ad un lavoro impagabile nella la fase di non possesso tracciata da Rafa Benitez, l’allenatore che l’ha voluto come cardine del proprio progetto alle pendici del Vesuvio. Spesso chiamato ad attingere a tutte le proprie risorse, alla propria duttilità, all’occorrenza terzino d’occasione. Calleti è stato un vero e trascinatore, protagonista assoluto dell’annata azzurra che si chiuderà con il terzo posto e la Coppa Italia. Un rendimento che ha portato a rivedere tanti pareri anche in patria, dove non sono mancati sostenitori alla sua candidatura per la maglia della Roja ai Mondiali brasiliani. I 20 goal stagionali accompagnati da 11 assist in 37 presenze non basteranno però a convincere Vicente Del Bosque, l’azzurro assisterà, soffrendo, alla disfatta dei campioni del Mondo in carica in terra verdeoro. Rimpianti, amarezza doverosa, ma la certezza che il Napoli aveva trovato una incastonato nel proprio mosaico un gemma preziosissima.

Consacrazione – Un’estate calda, quella di Callejon. La corte spietata del Cholo Simeone monopolizza l’attenzione. Un’offerta di quelle che non lasciano insensibili, quella dell’Atletico Madrid fresco vincitore della Liga e finalista Champions. Tentazione iberica, del resto l’aria di casa difficilmente lascia impassibili, impossibile però ragionare con Aurelio De Laurentiis, per nulla intenzionato a privarsi del proprio gioiello. Il destino dello spagnolo continua ad essere tinto d’azzurro, ma l’approccio alla stagione 2014-2015 non è propriamente idilliaco come quello della precedente stagione. C’entra ancora la Spagna, ma stavolta non c’è spazio per bei ricordi. L’eliminazione nei preliminari contro l’Athletic Bilbao è una ferita che tutt’ora pulsa, vivissima, nelle carni. Uno smacco ancora difficile da digerire. Due gare in ombra, nemmeno lontanamente vicine all’ultimo Calleti ammirato in azzurro, le prime voci colme di malizia, supposti mal di pancia, voglia di approdare in altri lidi. Le risposte in merito, però, arrivano dal campo. In campionato Callejon marcia con un ritmo devastante, arriva a novembre, ponendo il proprio sigillo nel trionfo del San Paolo contro la Roma, con uno score d’eccezione: 8 reti in 10 presenze, capocannoniere del campionato, segnando in ogni modo possibile. Una delle poche note liete in un Napoli che in campionato balbetta troppo spesso, troppe battute d’arresto, troppi tonfi inaspettati, ma nell’insoddisfazione che serpeggia lo spagnolo rappresenta una colonna, una vera e propria certezza. Manca il goal europeo, ma l’impiego resta comunque più esiguo. Le prestazioni del 7 azzurro sono ormai sulla bocca di tutti i media europei, impossibile, stavolta, per Del Bosque accantonare le sirene che da Partenope risuonano fortissime, quasi assillanti.

Furia rossa e leggera flessione – Dopo la vittoria azzurra a Firenze arriva la sosta, ed il sogno si realizza: arriva la chiamata della Spagna, Calleti corona il sogno di ogni ragazzino spagnolo che comincia a calciare un pallone, l’esordio arriva a Vigo contro la Germania, per lui gli ultimi venti minuti subentrando a Raul Garcia. Da lì però, un leggero scossone nelle prestazioni dello spagnolo. Un digiuno costante negli ultimi due mesi dell’anno che vista la media monstre fa persino storcere il naso. Comprensibile una flessione, visti i ritmi costanti garantiti dall’andaluso, che comunque non ha mai fatto mancare il suo costante apporto non risparmiandosi mai. Piccola macchia, l’opaca prestazione nella vittoriosa finale di Supercoppa a Doha, contro la Juventus, dove spreca molto e commette un errore dal dischetto che rischia di compromettere la marcia azzurra, cosa che comunque non accadrà. Appunti che non tolgono nulla ad un anno che per Callejon ha rasentato l’eccellenza, 18 realizzazioni e 13 assist che abbinati all’encomiabile, già citato, acume tattico, hanno fatto di Callejon un elemento imprescindibile del Napoli di Benitez.

VOTO: 8.

 

 

 

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