IL PAGELLONE 2014 – Aurelio De Laurentiis

Il Napoli conclude l’anno solare con due trofei in bacheca: la Coppa Italia vinta il 3 maggio, contro la Fiorentina, nella tragica notte di Roma; e la Supercoppa alzata al cielo di Doha il 22 dicembre, contro la Juventus Campione d’Italia. Basterebbe già solo questo per conferire un voto altissimo al 2014 di Aurelio De Laurentiis. Solo in un’altra occasione, stagione ’86-’87, il Napoli è riuscito a vincere due manifestazioni nello stesso anno: all’epoca furono Scudetto e Coppa Italia.

Eppure c’è qualcosa che continua a non andare in questo club. Come se il proprietario non volesse assumersi rischio d’impresa: fare il passo più lungo della gamba, in questo Napoli, è proibito. Così si spiega un mercato condotto in maniera assolutamente minimale, consegnando al tecnico un centrocampista proveniente dall’Espanyol, David Lopez, e un difensore di belle speranze ma ancora tutto da formare, Kalidou Koulibaly. La paura di non poter contare sui trenta milioni provenienti dalla Champions League, ha impedito di fatto al Napoli di fare mercato questa estate. Mascherano è rimasto un sogno, così Gonalons, così Fellaini e chi più ne ha più ne metta. E alla fine, con l’eliminazione dalla Champions, ha anche avuto ragione: avesse speso trenta milioni sul mercato prima del match con il Bilbao, ora saremmo già a parlare di conti in rosso. Il problema allora è altrove. Fare in modo che il Napoli riesca a differenziare i ricavi, non dipendendo solo ed esclusivamente dai risultati sportivi. Aumentare il fatturato, è questo l’obiettivo che si è posto De Laurentiis: come farlo, è un problema di non poco contro che andrà risolto il prima possibile. Anche perchè la pazienza dei tifosi va esaurendosi. L’aspetto comunicativo poi. Per il secondo anno consecutivo, dal palco di Dimaro, il patron ha presentato un Napoli che, a detta sua, avrebbe lottato per lo scudetto. Ma i valori tecnici della Juve e anche della Roma sono ancora superiori; il gap è stato tutt’altro che colmato. Certo, in partita secca il Napoli batte entrambe. Ma sul lungo cammino la rosa non è attrezzata per competere per il tricolore. E magari, evitare certe parole, potrebbe servire a creare meno aspettative in una piazza in cui basta un minimo per incendiarsi, e altrettanto poco per (auto)distruggersi. Ad maiora.

VOTO: 6

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