Il Napoli e le palle ferme: storia di un amore difficile

Partiamo dai numeri: perché i numeri dicono tutto. Il Napoli ha subito sedici gol quest’anno, di cui quattro sui calci piazzati. Prima Danilo ad Udine, poi Farias al San Paolo. Ma ancora Aduiz, nella disfatta di Bilbao. Gli azzurri, e nello specifico Benitez, ha un serio problema sulle palle ferme.

E le cose non vanno meglio in attacco. Il Napoli sui calci d’angolo è praticamente inoffensivo. Lo stesso accade sulle punizioni dal limite. Mertens, Higuain, Insigne, Ghoulam: nessuno riesce a prendersi la leadership, e la responsabilità, del tiro. Nessuno lascia il segno, una volta per tutte.

Quello delle palle ferme è un problema da non trascurare per gli schemi tattici azzurri. Domenica a Fuorigrotta arriva mister Sarri, che su queste trame di gioco ha costruito un punto di forza del suo Empoli. Ma, al di là della sfida contro i toscani, resta un blocco strutturale per gli azzurri.

Forse Gabbiadini riuscirà a prendersi la responsabilità del tiro dal limite: dicono sia bravo a palla ferma. Ma urge un lavoro di gruppo sul tema. Sia in attacco che in difesa non possiamo regalare fasi intere del gioco agli avversari. Le sbandate di inizio stagione sono state punite a caro prezzo. Gli errori, dietro, si pagano sui risultati e sulla classifica. Insomma, il Napoli di Benitez può e deve sfruttare l’arma rappresentata dalle palle ferme. Solo così, ed anche così, potremo crescere e guardare lontano.

Raffaele Nappi

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