L’INCREDIBILE STORIA – Marsiglia, quando il capo ultrà è un bambino…

Una storia che ha dell’incredibile. A Marsiglia una delle voci che fanno vibrare il Velodrome, urlando cori per Marcelo Bielsa e i suoi giocatori, è quella di un bambino di otto anni. Il suo nome è Yassin Lazeb e lo stadio è come fosse casa sua. Come lo era stato per suo papà, morto sei anni fa dopo un incidente in trasferta per seguire la sua squadra del cuore

Come riporta la Gazzetta dello Sport, il piccolo Yassin è stato “adottato” dal gruppo “Marseille trop puissant”, fondato nel 1994, che sovrasta il campo dall’alto di uno spicchio della curva nord. Gente tranquilla che ha Bob Marley come simbolo. Yassin è ormai la mascotte e non solo: prende il microfono e senza timidezza intona cori e slogan per la sua squadra del cuore. A tenerlo d’occhio non solo la mamma, ma anche i capi del gruppo per evitare pericoli.

Mamma Caroline non ha mai spezzato il legame con la curva: “Suo padre – racconta al giornale francese Le Parisien – l’avrebbe di sicuro portato allo stadio, anche se lui era meno espansivo e non cantava come un pazzo”. Ya E in camera, tra poster, maglie e bandiere del Marsiglia, conserva i pantaloncini del bomber Gignac come una reliquia: «Mai lavati». In casa le regole sono chiare: niente parolacce. Unica eccezione, allo stadio, dove Yassin sa farsi rispettare: “Certa gente ride quando mi vede con il microfono in mano, ma poi mi viene dietro. Chi non canta dovrebbe cambiare posto”. Gli è pure capitato di accendere qualche fumogeno davanti alla sede del gruppo ed una volta nel garage di casa: “È scattato l’allarme anti incendio. Non lo farò mai più”.

 

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