Il silenzio del guardiano, il ricordo di Giuliano Giuliani, il portiere tricolore

Scelse un giorno anonimo per andarsene Giuliano Giuliani, il 14 novembre di 18 anni fa alla tenera età di 38 anni, non troppi per un portiere, pochissimi per giuun essere umano, anche troppi per una malattia che all’epoca era la causa di mille psicosi legate ai più disparati emisferi, da quello ospedaliero a quello sessuale, passando per i semplici rapporti interpersonali o addirittura lo scambio di un saluto, vincolo attraverso il quale l’AIDS divenne improvvisamente il virus con la più alta capacità di contagio, ovviamente per scarsa conoscenza della malattia stessa che indusse i fobici cornici ad attivare le procedure più estreme. Ma l’ex portiere del Napoli non era certo uno sprovveduto, nonostante le vicende venute a galla anni dopo avessero evidenziato le colpe personali del calciatore, a cui la stessa ex moglie Raffaella Del Rosario, ex conduttrice tv degli anni ’90, spesso al fianco di Maurizio Mosca, attribuirà le dovute colpevolezze di una gestione della propria vita privata in un determinato periodo della sua vita che forse gli è stato fatale.

Era un gran bel portiere Giuliano, subito in mostra con il Como prima, col Verona post scudetto poi, a seguito del quale poi scelse la piazza partenopea, dopo essere stato ad un soffio dall’Inter per sostituire Zenga, che si diceva vicino proprio alla causa azzurra. Era il 1988, e dopo l’incredibile scudetto perduto per chissà cosa, alzerà dapprima la coppa Uefa e poi vincerà uno scudetto, il secondo napoletano, che significarono gloria e blasone. In quegli anni di giubilo conobbe sua moglie, la bella presentatrice, così come conobbe tanti altri personaggi, fu amico personale anche di Diego, con il quale è stato in vacanza in Polinesia, momento indimenticabile secondo la moglie, la quale non sospettava assolutamente  che il marito stesse provando l’ebbrezza del successo considerando vizi che lo esponevano a gravi pericoli.

C’entra la droga, purtroppo, ma la moglie può giurare che Napoli, i napoletani e lo stesso Diego non furono gli artefici della fine del marito, è stata chiara sul imagesK6V99QKVconcetto che la vera distruzione di Giuliani è stato Giuliani stesso. C’entra anche il tradimento con altre donne, confessato alla moglie assieme alla malattia qualche anno più tardi, quando era già lontano da Napoli e l’Udinese aveva acquistato le sue prestazioni. Non gliel’ha perdonato Raffaella, separazione ma appoggio morale in tutto e per tutto, per cercare di aiutarlo a gestire una malattia che ancora oggi ci si chiede quando ha realmente contratto, qualcuno maligna dicendo che possa essere successo durante i festeggiamenti del matrimonio di Maradona in Argentina, dove sua moglie non presenziò a causa della gravidanza. E comunque Giuliano non era mai stato uno del clan dell’ argentino. La sera non usciva con lui: giocavano in maglia azzurra, ma non frequentavano gli stessi ambienti. Insieme divisero la gioia per la coppa Uefa nel 1989 e per il secondo scudetto, nel ‘ 90. Il resto sono storie separate.

untitledLa Signora Raffaella è convinta che la malattia gli è stata trasmessa da una donna, un tradimento fatale, una sciocchezza pagata a caro prezzo da un uomo che probabilmente si è lasciato andare e non è stato supportato dalle persone giuste, avesse trovato una guida lungo il suo cammino forse oggi lo avremmo ancora tra noi. Ricorderemo un uomo silenzioso, lavoratore agli allenamenti e professionista in campo, mai protagonista tra i protagonisti ma semplice artefice di successi che a Napoli non scordano facilmente, così come non dimenticheranno mai l’angelo Giuliani, il custode della porta azzurra, l’arcangelo vittorioso di mille battaglie, semplicemente il portiere della magnifica epopea azzurra, che avrebbe meritato sorte migliore fosse soltanto per i successi in campo e la professionalità con cui li ha conseguiti, se si potessero per un attimo allontanare le vicende della vita privata ci piacerebbe rendere immortale Giuliani, vuoi per stile, per classe, per l’esempio che in campo è riuscito a dimostrare a tutti coloro i quali lo hanno osservato per carpirne le capacità.

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