Un Napoli senza stimoli ed entusiasmo, anche in Europa il copione non cambia

Chiudete per un attimo gli occhi ed immaginate il classico impiegato stanco del lavoro che svolge quotidianamente, senza stimoli, impaurito, affannato e che va avanti per inerzia. Bene, a questo punto toglietegli la giacca e la cravatta, fategli indossare pantaloncini, maglietta e scarpette, poi spostatelo da dietro ad una scrivania su un campo da calcio ed ecco che avrete davanti a voi un calciatore del Napoli. Nel calcio, come in tutti i settori della vita, c’è bisogno prima di tutto di stimoli, fame ed entusiasmo per superare i propri limiti e degli ostacoli che sembrano insormontabili. I calciatori azzurri, seri professionisti, sembrano aver perduto il mordente di un tempo, per varie motivazioni. E’ evidente quindi che il problema ancor prima che nelle gambe e nel gioco, sia nella testa.

La scorsa stagione l’intero ambiente azzurro era partito con tutt’altro entusiasmo. Nonostante la cessione di Cavani infatti, con l’arrivo di Benitez, tecnico internazionale, di Higuain e dei primi risultati positivi ottenuti grazie ad un Callejon che si era rivelato essere un grande acquisto, si era creato un vortice di positività che aveva coinvolto tutti. I calciatori ed il tecnico spagnolo da parte loro erano entusiasti del progetto intrapreso, convinti che potesse essere l’inizio di un lungo percorso. Da non sottovalutare lo “stimolo” Mondiale che più o meno inconsciamente, spingeva tutti i giocatori, non solo quelli del Napoli, a dare quel qualcosa in più che li mettesse in evidenza agli occhi dei rispettivi cittì. Insomma, c’erano tutte le premesse per fare bene e la vittoria della Coppa Italia doveva essere il preludio ad una stagione di successi.

Questo dunque doveva essere l’anno del definitivo salto di qualità e della definitiva consacrazione.  E forse a seguito di tutte queste aspettative, più o meno legittime, si è creato quel malumore che ha prima investito i tifosi e poi la squadra. Il  mercato deludente e al disotto delle aspettative, Benitez costretto a fare di necessità virtù ed a schierare una squadra poco competitiva contro l’Athletic Bilbao, la mancata qualificazione ai gironi Champions, la delusione dei tifosi che si sono allontanati dallo stadio ed hanno iniziato a criticare aspramente il patron De Laurentiis, l’allenatore in scadenza di contratto, hanno creato un circolo vizioso  dal quale sembra difficile uscire.

Anche contro lo Young Boys, squadra alla portata del Napoli così come il Chievo, il Palermo e l’Udinese, gli uomini di Benitez hanno dimostrato di avere poco mordente e poca fame. Il problema non è di metterci poco impegno ma di non riuscire a ritrovare quegli stimoli e quella grinta che fanno di una normale squadra, una grande squadra. L’imperativo è  ricompattarsi e ritrovare se stessi, il resto arriverà di conseguenza.

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