Dries Mertens e le stagioni a metà

Dries Mertens non è un solo giocatore. Mi spiego. Quando entra dalla panchina, il giovane belga venuto dall’Olanda sembra incantare tutti. Batte le mani con forza, urla, dà la carica. E tutti, magicamente, si chiedono sempre la stesso cosa: “Ma perché non gioca dall’inizio?”.

Se lo chiede anche Benitez, evidentemente. Non è un caso se alla partita successiva Mertens parte da titolare. E il risultato? Il giocatore sembra l’opposto di quello visto nello scorcio precedente. Troppo lento, poco lucido, impacciato nel dribbling e nella fase difensiva. Cosa succede allora?

Il dilemma, signore e signori, ce lo poniamo un po’ tutti. Perché è così. Con la pausa delle Nazionali, poi, il dubbio sorge ancora più forte. Chissà come torneranno i tanti azzurri in giro per il mondo, tra una doppietta col Belgio e una con l’Hong Kong. Il tifoso, però, vorrebbe dimenticarsi di questo Mertens a metà. Perché quando entra a partita in corso ti spezza la gara, e spesso te la risolve. Quando parte dall’inizio, al contrario, sembra l’ombra di se stesso. Magari una sosta era proprio quello che ci voleva. La certezza di avere un campione, quella, non ce la toglie nessuno. Ma la continuità non è una qualità da buttare. Dries Mertens può risolvere ogni partita: lo aspettiamo, sempre.

Raffaele Nappi

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