Un attacco poco incisivo non aiuta ma il problema del Napoli è tra i terzini e la mediana

In sede di mercato era risaputo: al Napoli serviva un top player a centrocampo. Ma forse anche un buon terzino. Il club sotto l’ombra del Vesuvio ci ha provato a portarli entrambi in azzurro. Nomi di spessore, di primissima qualità il cui trasferimento però, per una ragione o per un’altra, è andato in fumo. Mascherano, Gonalons, Lucas Leiva fino all’esterno della Nazionale olandese Janmaat solo per citarne alcuni. In molti hanno preferito restare nei propri club, altri hanno palesemente rifiutato la cessione quando il Napoli è stato eliminato dalla Champions League a fine agosto. Altri, come David Lopez e De Guzman hanno deciso di sposare il progetto partenopeo. Ma non basta. Infatti, ultimamente nascono proprio da queste due porzioni del campo i grandi problemi degli azzurri, in particolare in sede di turn over, non coadiuvando un attacco approssimativo, fumoso e protagonista di troppi lezioni personalismi.

SOS TERZINI. Se al centro della difesa Benitez sembra aver trovato un suo equilibrio affidandosi quasi sempre ad Albiol e Koulibaly nonostante le loro prestazioni altalenanti, non si può dire lo stesso dei terzini, autori di un valzer senza fine. Si è partito dal duo di Champions Britos-Maggio per poi lasciare spazio al “San Mamès” a Ghoulam al posto dell’uruguaiano. Out l’algerino per infortunio al braccio si è cambiato ancora: nell’esordio in campionato sono scesi in campo Zuniga e Maggio, sicuramente la coppia al momento più affidabile in difesa ma con troppi limiti in fase di impostazione e proposizione. Se il colombiano ha ormai trovato una sua naturale dimensione (fuori ruolo ndr) sulla scorribanda mancina, il numero undici azzurro è in evidente difficoltà al momento del cross, sempre impreciso, facendo sfumare così costantemente ogni possibilità del Napoli di essere velenoso e finalizzare. Contro lo Sparta Praga spazio ad Henrique e Britos: bene il brasiliano come sempre, valida alternativa e prezioso jolly difensivo, molto meno ancora una volta l’uruguagio, poco attento alle esigenze tattiche dei compagni e vittima di una grande confusione in campo.

MEDIANA ISOLATA. Stessi problemi anche per la mediana: il duo di partenza stagionale Inler-Jorginho è stato pian piano scardinato, prima per un infortunio dell’italobrasiliano, poi per dare qualità al centro del campo e lasciare spazio ai nuovi arrivati, David Lopez e De Guzman. Lo spagnolo è stato autore di una buona gara contro l’Udinese pur non splendendo troppo, il secondo è qualitativamente scomparso dopo la rete al fotofinish di Marassi che ha regalato al Napoli l’unica vittoria messa ora in cassaforte. L’unico a dare sempre e comunque garanzia di buon gioco, carattere, qualità e spunti offensivi è Walter Gargano. L’ex Inter e Parma, prossimo alla cessione nel mercato estivo, ha convinto Benitez con prestazioni di grande qualità. Nonostante un piede sicuramente non da fuoriclasse, è ciò che serve al momento al Napoli: cinismo, concretezza, grinta, mediano di rottura ed al contempo capace di far ripartire in velocità l’azione, pendolino tra gli spazi. Se poi gli si affianca un buon giocatore dal piede preciso, il gioco è fatto. Molto spesso però non è così ed anche il centrocampo non è supportato a dovere, slegandosi completamente dal resto della squadra.

Questione di modulo? Forse. Spesso due mediani sono troppo pochi per contrastare avversari ostici e tatticamente chiusi. Sembra però, almeno al momento, che il 4-2-3-1 non subirà variazioni totali in attesa che ogni protagonista torni a brillare ed a palesare le sue migliori doti per far uscire il Napoli definitivamente fuori dal tunnel dell’insuccesso e della delusione.

Alessia Bartiromo
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