Il Mattino: “Alta tensione in Curva A: si temevano bombe carte. Cori indirizzati a tre obiettivi”

Dieci, cento, mille mani alzate. «Romano di m…, romano di m…». Il primo coro della stagione al San Paolo è dedicato agli odiati giallorossi. Chi parla di pace, di perdono, rimane deluso. La curva non dimentica. La curva non perdona e lancia proclami di guerra. L’edizione odierna de Il Mattino scrive che Ciro Esposito è vivo nel cuore dei tifosi. Ma a modo loro. Davanti allo stadio, prima della gara, la Chiesa Evangelica di Secondigliano, distribuisce dei bigliettini: «Vinci il male con il bene, abbasso la violenza, viva il calcio». La sfida, con la partita tra poco più di un mese, è stata lanciata.

TRE OBIETTIVI – Il primo coro, poco più di trenta secondi, prima di tutta la liturgia classica degli ultrà. I primi nemici sono i sostenitori romanisti. Poi cori e rabbia sono scaricati contro lo Stato: carabinieri e polizia. Colpevoli di un’altra morte, a Rione Traiano, quella di Davide Bifolco, 17enne, anche lui vicino al mondo azzurro degli ultrà. Il terzo obiettivo, manco a dirlo, è il presidente azzurro: durante la gara, complice la sconfitta, si leva forte il malumore. «Pappone» è l’insulto meno sanguinoso. Uno schieramento ingente quello disposto dalle forze dell’ordine. Nelle curve lo spiegamento all’esterno è imponente.

SI TEMEVANO PROTESTE – Tutti vengono perquisiti minuziosamente dai carabinieri in assetto antisommossa. Forse si temeva qualche bombacarta, qualche gesto eclatante. La morte di Davide è ancora troppo «fresca». Meglio evitare proteste clamorose che in quell’ambiente così bollente non si sa quale piega possano prendere.

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