Sia nel Belgio che nel Napoli, è un Mertens inarrestabile! Il fantasista ora vuole fare bene in campionato

Dries il leader e anche il saggio. Dries Mertens che continua a fare gol, faville e scintille con la Nazionale, da titolare, e che con il Napoli recita soprattutto il ruolo dell’uomo della svolta: a partita in corsa. Strano? Beh, più che altro normale quando la concorrenza è agguerrita e le soluzioni molteplici, però lo è altrettanto pensare che la sua voglia di continuità sia impellente. Cose di casa azzurri. Cose di Rafa. Pubblica, invece, è la lungimiranza dimostrata dopo l’amichevole che il Belgio ha giocato e vinto giovedì con i duri d’Australia. Con un suo gol d’ouverture: «Il calo complessivo del secondo tempo? Beh, c’era un po’ di timore infortuni. Meglio non rischiare». Tranquillo Napoli: è tutto per te.

UOMO SVOLTA – E allora, il doppio volto di Mertens: colonna della Nazionale e un po’ meno del gruppo tinto d’azzurro. E di certo non per importanza e incidenza: non è secondo a nessuno, il micidiale trequartista venuto dal cuore delle Fiandre, però le statistiche di inizio stagione raccontano che, finora, è stato Insigne l’uomo più impiegato nella casella sinistra del tris alle spalle della punta: due volte, con l’Athletic nel primo atto del preliminare di Champions e con il Genoa all’esordio in campionato. A Mertens, invece, è toccato l’onore di cominciare dal primo minuto al San Mames, nel ritorno dello sciagurato playoff, e poi l’onere di cambiare la partita in corsa: cosa riuscita sia con i baschi al San Paolo, sia con il Genoa a Marassi.

AFFARONE – Con la Nazionale la questione appare molto diversa: titolare praticamente fisso, salvo rare eccezioni, e anche trascinatore di una squadra che ne ha riscoperto le doti e l’incisività sin dalla prima Mondiale, quando fu proprio il suo ingresso a scuotere un Belgio in estrema difficoltà con l’Algeria di Ghoulam. Una situazione ripetuta anche giovedì a Liegi con l’Australia, battuta in amichevole per 2-0: a segnare il primo gol, con un diagonale al volo di sinistro, è stato proprio lui, Dries il magnifico (raddoppio di Witsel). Uno che gli avversari li fa impazzire, quando è in giornata, e soprattutto un uomo d’attacco in grado di propiziare il cambio di marcia; confezionare assist; graffiare la pelle dei portieri da ogni posizione e in qualsiasi modo. Un gran bel giocatore, Mertens; uno degli acquisti più indovinati del decennio De Laurentiis. Affarone in piena regola.

IL DUALISMO – Nel Napoli, intanto, la sua storia personale ha preso una certa piega sin dalla stagione precedente: un po’ dentro e un po’ fuori; a volte titolare e a volte in panchina. Cinquanta e cinquanta? Più o meno sì: è proprio questa la percentuale d’impiego di Mertens e di Insigne. Gli uomini del ballottaggio costante: una fissa, non si sbaglia mai. Pensi a Dries e Benitez mette Lorenzo; pensi a uno e il tecnico punta sull’altro. Se a destra non c’è corsa, con Callejon autentico totem di Rafa, a sinistra è una vera e propria lotteria.

SANO E SALVO – Una girandola che, senza dubbio, ricomincerà seduta stante: da lunedì si fa sul serio e si corre verso il Chievo e lo Sparta Praga. Con un Mertens in più: posticipata per motivi di sicurezza la gara di qualificazione a Euro2016 con Israele, Dries è pronto a ricominciare con il Napoli. Sano e salvo: «Sono felice per il gol con l’Australia, è stato un buon test». E la frenata del secondo tempo? «C’era il timore collettivo di infortunarsi. Era un’amichevole, del resto, serviva a trovare la condizione e il ritmo». Da sfogare al San Paolo.

Fonte: Corriere dello sport

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