I ragazzi di strada e la Napoli maledetta

La Napoli degli scugnizzi, quella che vive di cuore, di pancia e d’istinto, ha vissuto un’altra giornata da ricordare e da scordare. Allo stesso momento. Perché Napoli è così: un incrocio di contraddizioni che fanno arrivare gente da tutto il mondo, e che ne allontana altre.

Perché Napoli è così: la sera trovi Jorginho che, passeggiando davanti al Duomo, si ferma a giocare con i bambini per strada. Palleggio, arresto e tiro. Palleggio, passaggio, colpo di testa. Qualche colpo di classe e un po’ di free style. I bambini, intorno, quasi non ci credono. “Mi dai il portafoglio?” chiede uno di loro, per capire se fosse davvero lui.

Eccola la Napoli della gente, quella che vive perlopiù in strada, alla giornata, con poco. Quella a cui basta un Supersantos e quattro mura per essere felici. Il chiattone in porta, quello alto a fare il difensore e tutti gli altri in mezzo al campo: le giacche a terra per fare le porte, la traversa immaginaria, i “fuori” che non esistono. E il ragazzino che vuole fare sempre Maradona. Non la passa mai a nessuno, scarta tutti e va a segnare. Ma rimane solo.

Ieri sera Jorginho ha assaggiato la Napoli della strada, i bambini dei rioni e della città viva. Ma la contraddizione era lì, proprio dietro l’angolo. Nella notte tre ragazzi in scooter, passando per il rione Traiano non si sono fermati all’alt dei carabinieri. Davide Bifolco, 17 anni, muore per un colpo partito “accidentalmente” da una pistola d’ordinanza. Ci risiamo. E’ l’ennesima notte di bellezza e tragedia. Cala il sipario su un altro giorno di contraddizioni. E sull’ennesima tragedia “che poteva essere evitata”. A due passi da Fuorigrotta si è consumato l’ennesimo episodio che ci ha fatto discutere, e che ci farà discutere per troppo tempo. Cala il sipario su un’altra giornata da ricordare. E da dimenticare.

Raffaele Nappi 

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