Quel fantasma di José Maria Callejon

Nell’inferno bianco e rosso del San Memés abbiamo assistito alla consacrazione di quel fantasma che è stato Josè Maria Callejon in quest’andata e ritorno Champions. Mai un tocco decisivo, mai un passaggio filtrante, mai un cross pericoloso. Di corsa, poca, di concretezza ancora meno.

Mentre trascorrevamo la settimana a criticare e insultare il buon Lorenzo Insigne – che non si è tenuto niente, è vero –  ci siamo scordati il gol mangiato da Callejon, tutto solo, a portiere in terra, al San Paolo. Mentre ci interessavamo alle fantomatiche bombe di mercato che volevano Lorenzinho di qua e Lorenzinho di là, ci siamo persi di vista il caro e vecchio Callejon, che doveva essere la spina nel fianco dei baschi, e invece ha fallito abbastanza clamorosamente.

Lo spagnolo, che non ha fatto parte della brevissima spedizione della nazionale in terra brasiliana, si è dimostrato abulico, inconcludente e quasi spaesato. La fascia, in collaborazione con Maggio, non ha dato frutti, né in fase di copertura né in quella di spinta.

Insomma, nella notte di Bilbao ci aspettavamo ben altro da uno come Callejon. Urge un cambio di rotta, perché dopo questa batosta i tifosi sono un bel po’ imbufaliti, e di fischi – temo – questa volta ce ne saranno per tutti. Nessuno escluso.

Raffaele Nappi

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