Profili azzurri: Claudio Bellucci

Nella lunga lista degli attaccanti bravi tecnicamente e col fiuto del gol innato possiamo certamente annoverare Claudio Bellucci, attaccante romano cresciuto nella Lodigiani e arrivato a calcare i palcoscenici importanti proprio grazie al Napoli, che crebbe in lui dopo l’annata in prestito a Venezia (di 1352058379proprietà della Sampdoria) dove mise a segno 20 gol utili a convincere la dirigenza azzurra per portarlo all’ombra del Vesuvio. Ma come è spesso capitato nella lunga e travagliata storia del Napoli nel campionato italiano, grandi nomi o semplicemente ottimi calciatori hanno sofferto per affermarsi in maglia azzurra poiché vittime delle annate disastrate, vuoi per vicissitudini tecniche, ma anche e soprattutto per scellerate gestioni dirigenziali che si sono consequenzialmente ripercosse sull’andamento della squadra. Esempio lampante la stagione 1997/98, quella dell’approdo di Bellucci a Napoli, ma maggiormente ricordata per la sciagurata stagione che vide il Napoli retrocedere mestamente con un misero bottino di punti (14) e peggio ancora con prestazioni scandalose che misero in ridicolo una società gloriosa che avrebbe meritato altra sorte, nonostante l’avvicendarsi in panchina di allenatori esperti e preparati come Mutti, Mazzone, Galeone e lo stesso Montefusco, se non altro conoscitore dell’ambiente e relegato nel compito ingrato di traghettatore verso la cadetteria. Dopo 33 anni si ritorna in B, ma Bellucci fu uno dei pochi, assieme a Taglialatela, a guadagnarsi la pagnotta, con un bottino di 10 reti che se non altro servirono a considerarlo un ottimo elemento su cui fare affidamento in futuro.

Infatti il Napoli lo riscatta definitivamente dalla Samp e gli affida le chiavi dell’attacco in serie cadetta, dove purtroppo la sfortuna lo perseguita mettendolo ko per diversi mesi a causa di un brutto infortunio che ne condizionerà il rendimento anche nella stagione successiva, sempre in serie B con la maglia partenopea. Morale della favola, in due anni in B segna 12 gol, sei nel ’98/99 e sei nel ’99/00, l’anno della risalita in serie A dove, in coppia con Schwoch ritrova forma e imagesreti importanti per la promozione. E’ oramai considerato un attaccante affidabile ed esperto della piazza azzurra, per cui la società lo conferma ancora per l’anno dell’assestamento nella massima serie, da raggiungere anche attraverso le maestrie di Zeman, maestro di calcio e scopritore di nuove frontiere del calcio, con cui Bellucci non entrerà mai in sintonia. Dopo i primi strafalcioni e il cambio in panchina, a Napoli arriva Mondonico, predicatore dei piccoli passi e dei punti da ricercare nelle partite adeguate, non certo contro gli squadroni, mentalità che presto crollerà al cospetto di una piazza abituata a ruggire anche quando si hanno profonde ferite, a farne le spese ancora una volta e Bellucci, a cui viene preferito puntare sul “fenomeno” Edmundo, che a parole si presentava come il salvatore della patria, ma che a conti fatti non sarà in grado di salvare la barca azzurra destinata a retrocedere nuovamente.

Il bottino di Claudio sarà inconsistente (2 reti in 18 apparizioni) ma di certo non soltanto per inefficienza tecnico-tattica, le ragioni si potranno anche attribuire ad una certa tendenza a non concedergli la giusta fiducia, che ad un calciatore dalle caratteristiche di Bellucci servivano come il pane. Rimanendo in fls_blobstema, i punti forti della seconda punta azzurra erano certamente l’abilità nell’uno contro uno, lo scatto rapido negli spazi, l’astuzia e l’estro balistico spesso determinanti, forse gli unici punti deboli erano il fisico, gracile per i livelli raggiunti, e una discontinuità che, alla lunga, hanno destinato Bellucci alla panchina e alla cessione al Bologna, nel 2001, dove rispolvererà colpi da vero bomber, segnando ancora tanto e spesso.

Resterà il ricordo di un giovane attaccante gagliardo e a sprazzi decisivo, fosse arrivato in un periodo meno negativo di quello disgraziato in cui è, suo malgrado, capitato avrebbe forse cambiato le sorti di una carriera comunque ad alti livelli, ma con qualche piccola soddisfazione in più che non guasta mai (chiamatela pure nazionale maggiore, dove Claudio non ha mai avuto il piacere di essere convocato, essendosi fermato all’under 21). Storie già capitate in passato ad altri, vicende che con maggiore fortuna ed un caso meno avverso avrebbero forse cambiato anche il destino stesso della società azzurra in alcuni frangenti.

Ecco alcune reti di Bellucci con la maglia partenopea:

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