Tutti insieme appasionatamente: è l’ora dei Mondiali Antirazzisti

Ci sono i Mondiali, quelli in Brasile, quelli in cui siamo usciti a testa bassa, quelli in cui abbiamo giocato difendendoci contro la Costa Rica, quelli in cui non dovevamo prendere un gol dall’Uruguay, e alla fine l’abbiamo preso. Ci sono i Mondiali, quelli in cui Neymar si butta ad ogni contatto, quell in cui le polemiche sull’arbitro non mancano mai, quelli dove “fa troppo caldo” e “con un sole così giocare è inumano”. Insomma, ci sono i Mondiali in Brasile. E poi ci sono i Mondiali Antirazzisti. Quelli in cui si brinda in campo prima della partita inaugurale, quelli in cui si gioca tutti, nessuno escluso, da tutto il mondo. Ci sono i Mondiali Antirazzisti, quelli che raduna 168 squadre che fanno capo a gruppi ultras, associazioni per l’integrazione dei migranti e polisportive impegnate sul territorio. Quelli in cui si gioca con la musica da sottofondo, senza spot, senza la torcida brasiliana, ma con l’entusiasmo e la passione di 5.000 ragazzi venuti da tutto il mondo.

Tra di loro anche un gruppo di giovani casertani, che sono partiti alla volta di Castelfranco Emilia, in provicnia di Modena, per la grande avvenutra. “La partita più bella? Quella contro l’Afro Napoli United” – ci raccontano.

 

Quando è nato il vostro progetto: ci racconti come avete deciso di mettervi insieme e partecipare alla manifestazione?

Il progetto nasce a Caserta nel 2011 dall’idea di alcuni/e ragazzi/e con la passione in comune per lo sport e per la musica ska. L’idea con la quale è nato il progetto è quella di utilizzare il calcio come veicolo di integrazione, inclusione ed aggregazione. Un calcio vissuto a partire dal basso, autofinanziato, accessibile a tutti/e e fondato sui valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della lotta a qualsiasi forma di discriminazione. In pratica è iniziato tutto grazie ad un incontro ad un semaforo. L’incontro con Buba, il “vecchio saggio” del gruppo, due chiacchiere scambiate in tarda serata sulla sua vita qui, di quanto siano dure ed alienanti le condizioni di vita di tanti ragazzi africani che vivono sul territorio da anni senza riuscire a mettersi in regola, il non poter vedere le proprie famiglie, ed ecco che poi il discorso scivola su argomenti più leggeri: il calcio come unica valvola di sfogo. Al momento del saluto ci siamo scambiati i numeri di telefono e la settimana successiva eravamo in tanti su un campo di calcio. Son passati tre anni e tanta acqua è passata sotto i ponti. Abbiamo coinvolto nel progetto decine di ragazzi di diverse nazionalità (Italia, Senegal, Costa D’Avorio, Ghana, Perù e Ucraina). Lo sport ci ha unito come gruppo anche fuori dal campo di gioco.

Poi avete deciso di partecipare ai Mondiali Antirazzisti.

Ormai questo è il terzo anno che partecipiamo ai Mondiali Antirazzisti, una manifestazione targata UISP che ogni anno raduna a Castelfranco Emilia (MO) migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo ed unite dagli stessi ideali di lotta alle discriminazioni. Camping, dibattiti, concerti, tornei di calcio, pallavolo, basket, touch-rugby, tchoukball e lacrosse, tutto rigorosamente gratuito. E’ un evento imperdibile per chi intende lo sport come strumento di inclusione ed integrazione. Per noi è l’evento più importante dell’anno. Impossibile non partecipare. Il primo anno (2012) lo abbiamo fatto insieme ai compagni napoletani della Stella Rossa 2006, una bellissima realtà di calcio popolare ed impegno politico-sociale che partecipa al campionato di Terza Categoria giocando le sue partite interne nel quartiere Scampia. La scorsa edizione (2013) è stata per noi la più bella, essendo riusciti a conquistare il secondo posto al torneo di calcio a 7, ma soprattutto aver ricevuto il premio come miglior progetto di lotta alle discriminazioni. Quest’anno il gruppo è ancora più folto e parteciperà non solo al torneo di calcio, ma anche a quelli di basket, tchoukball e pallavolo.

 Con quale spirito vi avvicinate alla manifestazione?

Noi andiamo ai Mondiali con lo spirito con cui si va ad una festa. L’importante per noi è esserci. Una volta che hai vissuto l’esperienza dei Mondiali Antirazzisti non riesci più a farne a meno e così la nostra presenza è ormai un obbligo che ci siamo felicemente imposti. Nemmeno si discute se andare o meno. Si va. Punto. Vivere 4 giorni immersi nella natura del Parco di Bosco Albergati tra attività sportive, concerti, dibattiti, condividendo il tutto con migliaia di persone provenienti da tutto il mondo e che hanno i tuoi stessi ideali, è un’esperienza indescrivibile che consigliamo a tutti.

Ci raccontate la vostra partita più bella?

Nei 3 anni di vita della squadra, la partita più bella è senz’altro quella di quest’anno contro i fratelli dell’Afro-Napoli United, nel nostro primo campionato AICS. I ragazzi afro-napoletani, fortissimi ed ancora imbattuti in coppa e in campionato venivano a Caserta con tutti i favori del pronostico. Ed invece abbiamo compiuto un vero e proprio miracolo sportivo vincendo con il punteggio di 5-4, al termine di una partita che definire epica è riduttivo.

Per quanto riguarda invece le partite giocate ai Mondiali Antirazzisti, ricordiamo con particolare piacere quella con i compagni della Virtus Fans Verona, gruppo ultras antifascista che segue le sorti della terza squadra veronese. Li incontriamo da due anni a Castelfranco Emilia e l’anno scorso ci siamo ritrovati anche sugli spalti dello stadio di Foligno per la finalissima dei playoff di Serie D tra Casertana e Virtus Verona. C’è un bel rapporto tra le due realtà, accomunate dagli stessi ideali. L’anno scorso ne venne fuori una bellissima partita, combattuta e corretta, con cori e fumogeni a bordo campo. Alla fine, con non poca sofferenza, l’abbiamo spuntata noi e la prima cosa che abbiamo fatto al fischio finale è stata dedicare un coro ai nostri compagni veronesi che lasciavano il campo.

E il ricordo che vi portate dentro da i Mondiali Antirazzisti?

La sorpresa e la felicità nel momento in cui dal palco dell’Arena concerti è stato annunciato che il nostro progetto aveva vinto la “Mondiali Antirazzisti Cup 2013”, per aver interpretato nel miglior modo lo spirito della manifestazione. Nessuno di noi se l’aspettava e le emozioni di quegli istanti ce le porteremo sempre dentro insieme a quel senso di consapevolezza di aver realizzato qualcosa di importante, grazie all’impegno dedicato costantemente al progetto e finalizzato ad utilizzare il calcio come veicolo e strumento per favorire l’integrazione ed inclusione sociale delle comunità di migranti presenti sul territorio.

Ma i flash ed i momenti indelebili sono tanti: dalla esperienza condivisa nel 2012 con i ragazzi della Stella Rossa Napoli all’inaspettata scalata culminata con il secondo posto su oltre 160 squadre nel torneo di calcio dell’anno scorso, alla presenza costante di Adelmo Cervi accanto a noi sia sui campi che sul palco durante la premiazione, ai concerti e i campi estivi con i bambini cui alcuni di noi hanno collaborato.

Ultimo, se vi dico tre parole per confrontare il calcio dei “grandi” con quello dei Mondiali Antirazzisti, voi a cosa pensate…?

Autofinanziamento, integrazione, non competitività.

 

Raffaele Nappi

 

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