Da Sergio a Ciro. Undici anni e sembra non essere cambiato nulla

20 settembre 2003 – Le menti scosse dalla notizia di questa mattina non possono che andare al passato, a ricordare altre morti innocenti. Sergio Ercolano era un tifoso ventenne del Napoli, che quel giorno di metà settembre si recò allo stadio Partenio di Avellino per assistere alla sfida del suo Napoli contro la squadra avellinese. Un derby sentito, una partita però come tante altre di un Napoli che arrancava in serie B tra rischio retrocessione e fallimento. Sergio ebbe la colpa di capitare lì, dove iniziarono degli scontri tra napoletani ed agenti di polizia. Un salto per fuggire ad una situazione di pericolo, un salto che terminò nel vuoto dopo che una tettoia di plexiglass non resse il peso. Aveva 20 anni appena Sergio ed una grande voglia di vivere come tutti i giovani della sua età. Morì dopo qualche giorno all’ospedale di Avellino, una vita spezzata per un stupida partita di calcio. Tutti assolti gli indagati, nessuno fu colpevole di quella morte assurda.

3 maggio 2014 – Un’altra vita spezzata, dopo 50 giorni da quell’assurda sera di Roma. Finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.  I tifosi delle rispettive squadre si recano allo stadio in piena tranquillità. Accade poi l’irreparabile, un agguato dicono di un gruppo di tifosi romanisti, che con quella partita non avevano nulla a che fare. La magistratura sta ancora indagando sull’esatta dinamica degli scontri e su come sia stato possibile che un ragazzo trentenne sia rimasto colpito al petto da colpi di pistola. Come sia possibile che prima di una partita di calcio ci sia qualcuno che pensa di impugnare una pistola per pulire chissà quale colpa. Bisognerà capire, è necessario capire, doveroso capire per Ciro, per la sua famiglia, per la Nazione intera.

Aveva più o meno la stessa età di Sergio quando successe quella sera di undici anni fa. Chissà cosa pensò Ciro quella sera quando le notizie si riempirono dell’assurda storia del Partenio e della morte di Sergio. Due storie diverse, ma accomunate dallo stesso grado di assurdità. Gente che si reca allo stadio per assistere ad uno spettacolo, per incitare i propri beniamini e che non fa più ritorno a casa, dai propri familiari, da chi li aspetta.

Tante altre storie tra queste due, tante altre storie che periodicamente hanno mescolato cronaca nera e sportiva. 29 gennaio 1995, Genoa-Milan muore Vincenzo Spagnolo accoltellato all’esterno dello stadio da un tifoso milanista. Novembre 2007, Gabriele Sandri  muore nell’autogrill di Badia al Pino ucciso da un agente di polizia. Un accenno di rissa tra tifosi juventini e laziali, la polizia stradale che interviene, un poliziotto spara dei colpi di pistola. Uno di questi uccide il 28enne tifoso laziale. Febbraio 2007 muore l’ispettore capo Filippo Raciti colpito a morte negli scontri in occasione del derby siciliano Catania-Palermo. Giugno 2001, Messina-Catania muore a causa dell’esplosione di una bomba carta Antonino Currò 24enne tifoso messinese.

Inutile andare oltre, inutile continuare in un elenco che non lascia spazio a fraintendimenti. Quando si decideranno a prendere delle decisioni nella nostra penisola? Quando si potrà andare allo stadio come se fosse un teatro ad assistere ad uno spettacolo? Quando tifosi o rappresentanti delle forze dell’ordine finiranno di morire per uno sport?

Riflettiamo..

Antonio Picarelli

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