Altri mondi, come potrebbe essere il nuovo San Paolo

La configurazione dello Stadio San Paolo, con la sua forma ellittica e la pista di atletica, non è un caso unico in Europa anzi molte squadre che oggi possono giocare in stadi moderni con gli spalti a ridosso del campo, fino a pochi anni fa giocavano in impianti come quello partenopeo e non hanno dovuto traslocare per farlo. Il vecchio Gottlieb-Daimler Stadion, altrimenti noto come Neckarstadion, è un impianto ben noto ai tifosi partenopei perché è proprio quello in cui nel maggio del 1989 venne conquistata e sollevata al cielo la Coppa UEFA, tutti ricordano al termine della gara il giro di campo della squadra sulla pista di atletica, e fino a pochi anni fa l’impianto si presentava ancora in questa configurazione.

La Trasformazione E’ innanzitutto corretto dire che lo stadio non è stato mai chiuso, infatti i lavori si sono svolti tra il 2009 e il 2011 senza che lo Stoccarda dovesse trovare un altro luogo per disputare le proprie partite di campionato o nelle competizioni europee, i cambiamenti principali si sono avuti nelle due curve che sono state completamente demolite e poi ricostruite vicino al campo di gioco, mentre le tribune sono state allungate verso il campo realizzando una nuova struttura che coprisse la vecchia pista di atletica. Il risultato è un impianto di 60.000 posti dotato di tutti i più moderni comfort, con ristoranti, museo del club, negozi vari, sale conferenze e tutto quel che serve a rendere economicamente sostenibile un impianto moderno.

Curiosità Nelle foto si può anche notare come una delle curve abbia un settore con posti in piedi perchè la normativa tedesca consente ancora di avere settori con posti in piedi, almeno per le partite di campionato e coppa nazionale, mentre per le gare internazionali vengono montati i sediolini perchè l’UEFA impone di avere solo posti a sedere. Non è quindi impensabile per lo Stadio San Paolo un progetto simile a quello di Stoccarda viste le numerose analogie tra i due vecchi impianti, e anche la tempistica è tutto sommato accettabile con i lavori che durerebbero 24-30 mesi, naturalmente a Napoli aspettiamo ancora l’esito delle trattative tra il Comune e la Società per la nuova convenzione e la ristrutturazione e per questo sicuramente almeno nella prossima stagione il gigante di Fuorigrotta rimarrà esattamente uguale, in attesa di vederlo portato nel 21° secolo.

Andrea Iovene
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