L’editoriale di Deborah Divertito: “Liberazione da…”

Oggi, 25 aprile, Festa della Liberazione.

Liberazione dai cross di Savini, per poi passare a quelli di Réveillère.

Liberazione dai tiri a giro di Insigne. Ma dubito che accadrà mai.

Liberazione dalle finte di Zuniga. Forse da queste ci siamo riusciti.

Liberazione dai momenti di psicopatia di De Sanctis che inveisce contro i poveri raccattapalle, alle spalle della sua porta. Ma non ancora liberazione dai momenti di psicopatia di Reina, che dimentica il colore della propria squadra e regala il pallone all’avversario. Ci stiamo lavorando.

Liberazione dalla maglia mimetica grigia, dalla maglia mimetica gialla, dalla maglia gialla. L’azzurro è il colore con cui vogliamo festeggiare.

Liberazione dal provincialismo secondo cui ci basta vincere con la Juve per essere appagati. Forza! Andiamo a vincere questa Coppa Italia contro la Fiorentina. Ma solo perch, poi, possiamo giocarci la Supercoppa contro la Juve. E se poi la vinciamo, inondiamo Napoli con manifesti di morte per i bianconeri, cartoline sfottò sui capelli di Conte e piatti con tanti babbà quanti saranno i goal che prenderanno. E liberiamoci da chi ci chiama provinciali solo perché sappiamo divertirci un po’.

Liberazione dall’avere un solo attaccante titolare, l’unico forte e che segna, che se si fa male o è squalificato o si deve risposare, dobbiamo cominciare tutti a prendere gli ansiolitici. Che Zapata non può ancora campare di rendita per quel goal a Marsiglia.

Liberazione dai ritorni di fiamma che poi non tornano mai. Il Pocho, in primis. Anzi, se vogliamo dirla tutta, liberazione dal calcio mercato che più che giocatori sembrano carte del Mercante in Fiera. Liberazione dal lattante e dal beduino, dai funghi e carote e dalla giapponesina. Fateci sapere quali sono le carte che abbiamo a fine agosto e incrociamo le dita che restino fino alla fine.

Liberazione da giornalisti che parlano di gossip e non di calcio giocato. E liberazione pure da vallette che si scoprono giornaliste e professionali all’improvviso e da giornaliste che si scoprono e basta.

Liberazione da tifosi che sono allenatori, da tifosi che sono preparatori atletici, da tifosi che sono imprenditori, da tifosi che sono economisti, da tifosi che sono giudici sportivi, da tifosi che sono procuratori e da tifosi che sono arbitri e guardalinee. Mi piacerebbe vedere ogni tanto un tifoso che tifi e basta.

Liberazione dalla pista d’atletica. Che in questo, magari, le cheerleaders non sanno più dove ballare e fare piroette.

Liberazione da un presidente che parla con arroganza e saccenza. Ma per il momento mi tengo questo.

Liberazione dai diritti d’immagine. Non voglio più veder dei campioni soffrire, nel fare un calendario per sponsor locali, con fotomontaggi al limite della denuncia per lesione di un’immagine a cui non si ha diritto.

Liberazione da Mazzarri che parla di noi e da noi che parliamo ancora di Mazzarri. E che domani gli facciamo capire chi deve parlare di chi, una volta per tutte.

Liberazione dallo stadio che suggerisce ad Inler di tirare da fuori area e che fa gli “Olè” quando vinciamo con soli due goal di scarto. Ce ne vogliono almeno tre di goal in più e meno di due minuti alla fine, per permetterci di dire un timido “olè” dal portiere al centrocampo.

Liberazione da tutto questo, per favore. Non chiedo tanto.

Ma mi sa che è stato più facile liberarci dal fascismo.

Buona Festa della Liberazione a tutti e sempre Forza Napoli!

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