Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

C’è chi se ne va, e chi, in fondo, non se n’è mai andato. Ezequiel Lavezzi non se n’è mai andato da Napoli. Dal 2 luglio scorso ad ogni dichiarazione, ad ogni gol, ad ogni tweet nostalgico, sembrava che il Pocho sarebbe tornato.

Siamo fatti così, non c’è nulla da fare: perché, fondamentalmente, ci mancano tremendamente i dribbling improvvisi del Pocho, le sue sterzate, i gol falliti, le accelerazioni e la testa bassa. Del Pocho ci manca la facilità con cui superava l’uomo e risolveva da solo una partita difficile. Ci manca la voglia che metteva in campo nelle sfide decisive, la doppietta con Chelsea in ottavi di Champions, le scorribande per la città inseguito da tutto e da tutti.

Quella del ritorno del Pocho è solo una suggestione di inizio estate. Le voci di mercato sono tante, troppe per il Napoli. Non c’è un calciatore (del campionato italiano o straniero) che non sia stato accostato agli azzurri. Ma la realtà è diversa, ed è difficile da raccontare: come si inserirebbe il Pocho nel sistema di gioco di Benitez? Come reagirebbero i compagni, quelli storici? Come lo accoglierebbe la piazza, e la tifoseria organizzata? Tradimento? Ritorno di fiamma? Passione?

Perché si sa, siamo così: quello di Lavezzi sarebbe un ricordo più che gradito. Ma al momento rimane, in fondo, solo un’incognita. Una maledettissima incognita. Perché 5 anni, 156 presenze e 38 gol non si dimenticano. Perché il 2 luglio 2012, su quell’aereo per Parigi, c’era una parte di noi.

Raffaele Nappi

 

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