Legge sugli stadi, vediamoci chiaro

Non si può negare che la vicenda degli stadi italiani si stia facendo sempre più scottante, sia per le condizioni in cui versa la maggior parte degli impianti dalla Serie A in giù, sia perché dagli stessi tifosi è ormai pressante la richiesta di avere stadi più comodi, moderni e confortevoli per seguire le partite dal vivo. L’ultima legge finanziaria dello stato ha previsto una serie di norme per agevolare la ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti o la realizzazione di nuovi impianti attraverso sia un iter burocratico accelerato, sia la possibilità di finanziamenti agevolati, andiamo dunque a scoprire in dettaglio i vantaggi della nuova legge.

Tempi La burocrazia italiana è notoriamente lenta e lo è a maggior ragione quando si tratta di autorizzare opere di grande impatto quali sono gli stadi di calcio, siano essi piccoli impianti in provincia oppure grandi stadi metropolitani. Per capire quanto tempo era necessario prima d’ora per avere il via libera ai lavori basti sapere che la Juventus ha iniziato a lavorare al suo nuovo impianto all’inizio degli anni Duemila e ha potuto iniziare materialmente i lavori solo nel corso del 2008 per poi inaugurare lo Stadium nel 2011. Altro caso è quello dell’Udinese, che sta attualmente ristrutturando il Friuli attraverso un progetto di demolizione/ricostruzione delle tribune, iniziando il suo iter burocratico nel 2008 per avere il via libera definitivo all’inizio del 2014, dunque all’incirca 6 anni di tempo, con relativo aggravio dei costi di progettazione e realizzazione. La nuova legge prevede che l’intero processo autorizzativo abbia un percorso accelerato e non debba durare più di un anno, un vantaggio enorme per chi decide un investimento importante e ha bisogno di certezze nei tempi.

Costi La legge ha puntato sul favorire la realizzazione di impianti che possano dare ricavi nel corso del tempo alle società, concedendo quindi la possibilità di realizzare spazi commerciali, alberghi, ristoranti, fan shop, musei e quant’altro posso generare introiti nel corso del tempo. Lo Stato non spenderà soldi pubblici, quindi ogni investimento sarà dei club stessi o di investitori privati oppure attraverso finanziamenti bancari, ma è stato previsto un Fondo di 45 milioni di euro messi a disposizione attraverso il Credito Sportivo, per agevolare gli interventi soprattutto dei club medio-piccoli o di sport cosiddetti minori per palasport e simili.

Napoli Ad oggi il Napoli ha diverse opzioni, dopo che avrà rinnovato la convenzione d’uso, potrà decidere se presentare un progetto per la ristrutturazione dello Stadio San Paolo oppure scegliere un luogo dove realizzare un nuovo stadio moderno. Certamente il saldo del debito avvenuto questa settimana da parte del Napoli, imprime un’accelerazione al rinnovo della convenzione con incluso l’impegno a presentare un progetto di ristrutturazione del San Paolo entro il 31 dicembre 2014. Se ciò dovesse avvenire e l’iter burocratico iniziasse all’inizio del 2015, sarebbe ipotizzabile l’inizio lavori per il 2016 e uno stadio rinnovato per la stagione 2018/19 o 2019/20, molto dipenderà dai termini della nuova convenzione che a questo punto aspettiamo di leggere per capire l’epilogo della vicenda stadio a Napoli.

Andrea Iovene
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