Mercato sempre più internazionale. E se servisse anche il made in Italy?

Il mercato che è stato e quello che verrà hanno un unico comune denominatore: l’internazionalizzazione della rosa. Rafa Benitez ha portato una ventata di novità non soltanto nel modulo attraverso il quale disporre la squadra in campo, ma anche nei suoi interpreti. Gli arrivi in estate di Reina, Rafael, Albiol, Mertens, Callejon, Higuain e Duvan e gli acquisti in inverno di Henrique, Ghoulam e Jorginho (naturalizzato italiano) hanno reso la rosa del Napoli tra le più internazionali d’Italia, se non d’Europa.

Tuttavia, Roma e Juventus insegnano che un po’ di sana cultura italiana non guasta. De Sanctis, De Rossi, Florenzi, Totti e Destro da una parte e Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Pirlo dall’altra regalano alle due squadre il giusto mix di esperienza italiana e mentalità europea, cosa che al Napoli manca completamente.

Una punta (magari proprio Gilardino o Immobile, un “usato garantito” pronto a subentrare ad Higuain ed un giovane che promessa non lo è più…), un centrocampista (Baselli, il nuovo Pirlo, da far crescere insieme a Jorginho o lo stesso Parolo che ha punito gli azzurri domenica sera), un difensore in grado di far rifiatare la coppia titolare (Astori o Ranocchia, oltre ad un top internazionale del calibro di Skrtel o Agger) ed un portiere (ma in questo caso c’è già Andujar pronto…): il made in Italy, in campo e come collante nello spogliatoio, non è da sottovalutare…

Antonio De Filippo

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