Maurizio De Giovanni duro: “I tifosi non meritavano l’eliminazione, il Napoli e Benitez sì…”

Esce dall’Europa, anche da quella secondaria, il Napoli e probabilmente lo merita, perché se tra andata e ritorno crei una dozzina di occasioni e rimedi la miseria di un solo golletto, più un altro inutile a speranze morte, devi uscire per forza.

Esce dall’Europa, anche da quella secondaria, il pubblico del San Paolo e sicuramente non lo merita, per la bellezza da brividi dell’urlo col quale ha ammutolito il continente ogni volta che, alla fine dell’inno della Champions, ha invocato i propri beniamini con la propria immensa voce.

Esce dall’Europa Benitez e probabilmente lo merita, perché arriva al momento decisivo con gran parte dei propri uomini chiave decisamente fuori forma, forse anche per una preparazione deficitaria; perché quanto a correre, il Napoli corre, ma corre a vuoto per la gran parte del tempo e questo è un chiarissimo segnale di poca lucidità; e perché insistere contro tutti e tutto con un modulo che probabilmente non ha gli uomini per mettere in pratica sa di integralismo ottuso. Esce dall’Europa il tifoso e sicuramente non lo merita, perché mai ha fatto venir meno il proprio sostegno alla squadra anche quando, ed è successo spesso, essa è stata irritante nell’insistere sempre sugli stessi errori. Esce dall’Europa la Società Sportiva Calcio Napoli e sicuramente lo merita, non avendo saputo attrezzare una rosa completa in ogni reparto anche nelle seconde linee, e questo è venuto inevitabilmente e mortalmente fuori in presenza di alcuni infortuni forse anche fisiologici; senza mettere riparo a queste carenze in sede di mercato di riparazione, quando è andata a pescare calciatori obiettivamente men che discreti e certo non risolutivi.

Esce dall’Europa il popolo azzurro e sicuramente non lo merita, per la passione che mette durante tutta la settimana facendo del calcio il momento di svago principale e costante, come da nessuna parte della penisola accade, e conferisce a questa passione denaro e risorse in quantità elevate, sperando di avere in cambio un momento di effimera, violenta, assoluta felicità.
Escono dall’Europa i calciatori del Napoli e sicuramente molti di loro lo meritano, come l’Hamsik pavido e moscio di questi mesi, come l’involuto Inler e il mai decisivo Insigne, come il poco tecnico Behrami e il legnoso Zapata, pur autore di un’inutile segnatura. Escono dall’Europa e sicuramente non lo meritano i pochi campioni azzurri, sempre primi a lottare e ultimi a cedere, come l’immenso Higuain predicante nel deserto e l’impotente Reina, come il valido Callejon del quale non si può fare mai a meno e il testardo Mertens.

Esce dall’Europa, anche da quella secondaria, una compagine incompleta e inutilmente frenetica e probabilmente lo merita, perché squadre come il Porto abituate a questi livelli non ti perdonano l’unica amnesia difensiva e tu ne hai tre o quattro, non ti perdonano un pressing insipiente e forsennato e soprattutto non ti perdonano l’insistente e sterile possesso di palla orizzontale, se messo in pratica da chi non ha i piedi per il possesso di palla. Ed esce dall’Europa, e sicuramente non lo merita, una città che aspetta una soddisfazione dalla propria squadra da venticinque anni, e d’accordo che non c’erano i palloni, d’accordo il Cittadella, d’accordo la serie C e d’accordo il fair play finanziario, ma sei milioni di tifosi nel mondo conteranno pure qualcosa, e uno come Jackson Martinez da solo ti fa reparto e ti frega tutta la difesa, magari con lui al fianco dell’immenso Higuain ora aspettavamo altri sorteggi di un’altra coppa. E il tifoso azzurro avrebbe urlato la propria passione in faccia all’Europa che conta.

Fonte: Maurizio De Giovani, Il Mattino

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