Immobile ed Insigne, le due creature di Zeman “fratelli contro” per 90 minuti

Quarantasei perle in due nella fabbrica da gol di Zdenek Zeman. Ecco il biglietto da visita di Ciro Immobile e Lorenzo Insigne. Che saranno «fratelli» contro, ma solo per 90’. Lunedì sera, i due «scugnizzi » di Torino e Napoli si incroceranno per la prima volta nella stagione, visto che l’ex del Genoa all’andata era squalificato. «Ci sentiamo spesso, Ciro è un gran giocatore, vinca il migliore», la cortesia dell’azzurro. I due, grandi amici, sono stati ex compagni di squadra nella Nazionale Under 21 di Devis Mangia che ha raggiunto la finale negli Europei dell’anno scorso: fu battuta solo dagli inarrivabili spagnoli. Ma il loro vero marchio arriva dalla stessa scuola che tre stagioni fa vinse la serie B, quella aperta a Pescara dall’allenatore boemo.

È stato Zeman ad intuire per primo il potenziale dei due. Il suo braccio destro era Daniele Delli Carri, il direttore sportivo del club (ed ex giocatore granata), che di persona condusse le due operazioni. «Eravamo in pochi a credere in Immobile che tra l’altro era reduce da una stagione negativa – ricorda -. Sono io che l’ho voluto a Pescara, Zeman mica lo conosceva bene. Lui aveva puntato soprattutto Insigne, che era già esploso nel Foggia in Lega Pro». Ci hanno preso entrambi: grazie ai loro gol (28 per Immobile in 37 partite) e alle intuizioni di Verratti (ora al Psg) quell’anno la società abruzzese vinse il campionato di B, proprio davanti al neonato Torino di Ventura. «L’ho visto subito che erano dei predestinati – ancora Delli Carri -.

Immobile e Insigne erano giovani, forti, scherzavano in continuazione, tra di loro è nata subito una magica alchimia: anche sul campo, dove invece non sgarravano mai. Insigne era quello più di talento, ma Immobile aveva più fame.Quando arrivò il suo piede era rude, Zeman l’ha sgrezzato, insegnandogli anche l’etica del lavoro. Quell’anno, dopo la pausa invernale, il boemo cominciò con una seduta delle sue, massacrante. Ciro rimase in testa al gruppo fino alla fine». Sono esplosi entrambi, Insigne e Immobile: il primo tornando nel club che l’ha allevato, il Napoli con cui a 22 anni si è già tolto la soddisfazione del primo gol in Champions League. Il secondo attraverso una strada più tortuosa e difficoltosa: male col Genoa, alla grande quest’anno con il Toro. «Solo Pippo Inzaghi a 24 anni era così forte – sentenzia Delli Carri -. Immobile è già una punta completa e non avete visto tutto: se migliora nel gioco con la squadra, diventerà un grandissimo attaccante». Per loro, il futuro sembra essersi rovesciato: il granata grazie a 13 gol ha conquistato la Nazionale, l’azzurro (2 sole reti) invece l’ha persa. Oltre ai 3 punti, lunedì per loro ci sarà in palio anche una fetta di Brasile.

Fonte: La Stampa

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