La carica di Pepe Reina tra allenamenti, tweet e Coppa Italia

Il calcio ai tempi di tweet è un’arma impropria da maneggiare con cura e in un mezzogiorno (e mezzo) improvvisamente di fuoco, il cinguettio che fa divampare il dualismo sulla Napoli-Roma è contenuto in poco meno di centoquaranta caratteri: «Ma che c…. di rigore è questo?». Ci voleva un pizzico di “Pepe”, che poi è Reina, per infiammarsi, per ritrovarsi travolti dall’insolito destino di quest’era moderna, in cui nulla è privato e la polemica è di dominio pubblico: e quel gigante che s’è appena dilettato digitando ciò che pensa scopre d’essere un “rosicone” e altro ancora.

LA RABBIA. La domenica apparentemente più normale, depurata dallo stress da prestazione, si trasforma in un pomeriggio in cui il botta e risposta è l’esercizio preferito: twitta tu che ritwitto anch’io e Roma-Napoli non è più soltanto un affare da Champions, ma un duello che scopre i disagi attuali del Napoli e li mette in vetrina attraverso l’irruzione mediatica che Reina si concede, catapultandosi con la sua opinione sulla decisione di Mazzoleni, al Bentegodi. Il web reagisce subito da par suo in maniera virale e persino violenta, volgare, così che Pepe in serata cancella la frase e la sostituisce con un innocuo “Buona domenica a tutti… Ahahahah ma vaiiii” che lascia una scia di sottintesi.

L’ALLENAMENTO. La Lazio è alle porte e la Coppa Italia diviene l’argomento principale di cui occuparsi: ma questa è teoria allo stato puro, perché in pratica poi la giornata si consuma intorno a questo braccio di ferro a distanza (ormai sei punti) che vale l’accesso diretto nell’Europa che conta, sfogatoio mica di secondo piano per chiunque, non solo per le società – e per i loro bilanci – ma anche per l’autostima e per la gratificazione che qualsiasi calciatore cerca. E’ un premio che Reina vorrebbe concedersi, ma che intanto s’allontana pericolosamente: la Roma va e il contatto nell’area di rigore del Chievo sprigiona un dibattito a tutto campo che infila un po’ di frizione.

SI RIPARTE. E’ andata: Napoli 1, Chievo 1, e ciò che resta è la seduta mattutina, un “sette contro sette” utile per tenere vivo chi non ha giocato al sabato sera, il defatigante per chi invece in campo c’era. La Coppa Italia è un obiettivo, eccome, il piano-C (quello B resta l’Europa League; quello A, of course, cercare di afferrare il secondo posto o almeno il terzo, che consentirebbe di provarci poi attraverso i preliminari). E, spingendosi fuori da Castel Volturno, provando un attimo a divagare attraverso i social network, si scopre che la Champions League è diventata una dolcissima “ossessione”, un tormento che induce persino chi ne ha viste tante ed altrettante può vederne, come Reina, ad intrufolarsi in quel mondo virtuale che però trasmette (talvolta) emozioni reali.

MENO SEI. Però è vero: la Coppa Italia ha comunque un suo fascino e l’Europa League è una tentazione assai forte; ma ciò che toglie il sonno è la corsa (ad handicap) verso quel secondo posto che dista più di prima, che la Roma sta cercando di blindare, che si è smarrito per il Napoli nella nebbiolina dei due pareggi consecutivi e che spinge Reina, dopo aver smaltito l’allenamento, a sistemarsi dinnanzi al televisore e poi sbuffare: «Ma che c… di rigore è questo». Napoli-Roma è già cominciata e il nove marzo è ancora così lontano…

FONTE Corriere dello Sport

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