Profili azzurri: Giancarlo Corradini

Tra i tanti calciatori passati sotto il torchio della platea napoletana molti di essi hanno fallito l’obiettivo di imporsi anzitutto sulla piazza attraverso l’impatto emotivo, per poi confermarsi anche sotto l’aspetto tecnico e qualitativo. Nel difficile processo di affermazione, tra i pochi ad avere il pregio di poter far parte di questa classifica d’elitè figura sicuramente Giancarlo Corradini, centrale difensivo emiliano, arrivato a Napoli dal Torino, dove si è certamente affermato come uno dei marcatori più affidabili del torneo a quei tempi. Nella stagione successiva al primo scudetto, nella campagna di rafforzamento della squadra, Corradini risulta uno dei cardini principali attraverso il quale forgiare un reparto difensivo impermeabile, cosa che in parte avvenne, anche se non poche sono state le problematiche per far sì che Giancarlo diventasse l’uomo affidabile a cui consegnare i compiti di marcatura principali, vuoi per la necessità di conoscere per bene i movimenti della difesa a quattro di Bianchi, ma anche per la ricerca della duttilità che il mister azzurro chiedeva allo stopper, che fino a quel punto aveva semplicemente preso in esame l’unico compito di fermare la prima punta avversaria.

Ben presto vengono fuori le doti di ottimo palleggiatore di Corradini che, nonostante non fosse un titolare inamovibile, riuscì ben presto a farsi apprezzare e a guadagnare man mano fiducia, riuscendo spesso a partire dall’inizio. Delle sue caratteristiche ricordiamo anche la capacità di tenere palla e a impostare il gioco dalla retroguardia, e anche in fase di marcatura riusciva a fermare l’avversario senza ricorre necessariamente al fallo sistematico, cosa che, ad ogni modo, aveva nel suo dna, a causa anche del suo fisico possente e arcigno. Ha avuto il pregio di segnare soltanto due reti in azzurro in 173 presenze, ma entrambi di estrema importanza per la vittoria finale del secondo tricolore. Fece il gol decisivo ai viola nel 3-2 del Napoli alla Fiorentina, e mise il sigillo al pari per 2-2 al “Friuli” contro l’Udinese, punti fondamentali per la cavalcata partenopea allo scudetto.

Col tricolore cucito sul petto, Corradini diventa titolare della difesa azzurra, in tandem con Renica, e talvolta alternato a Baroni, con il quale spesso l’allora tecnico Bigon sfruttava le doti di colpitore di testa per cercare di scardinare le difese sui calci da fermo. Vincerà anche la Coppa Uefa e la Supercoppa italiana con la maglia del Napoli, potendo così prendere parte alle storiche formazioni di quegli anni ruggenti, dove i successi e la gloria hanno relegato il Napoli nella leggenda del calcio italiano. Con Ranieri in panchina prima e con Lippi poi sarà fino al ’94 uno dei difensori azzurri più importanti di quegli anni, anche se le porte della nazionale per lui non si sono mai aperte. Fu anche lui testimone di un tentativo di aggressione di un gruppo di pseudo-ultras azzurri che, nella stagione ’92, nel tentativo di contestare il cattivo andamento della squadra, fecero irruzione nel complesso in cui si svolgevano gli allenamenti per aggredire alcuni calciatori rei, secondo loro, di non impegnarsi abbastanza per risalire la china e mettere il Napoli in una posizione di classifica adeguata. Corradini rimase scosso da quell’episodio al punto che dichiarò di non voler più mettere piede a Napoli dopo il fattaccio. Ritrattò la sua decisione a bocce ferme e con la dovuta calma e, dimenticato l’episodio, riuscì nell’intento di riconfermarsi ad ottimi livelli in maglia azzurra.

Uno dei “difetti di fabbrica” di Giancarlo era forse quella sua andatura quasi impacciata, a tratti troppo lenta per le necessità di un difensore marcatore, che cercava di nascondere attraverso una buona tecnica di base, che rendeva al reparto sicurezza. La sua saggezza e sagacia tattica resteranno una delle migliori prerogative sul suo conto, caratteristiche che con gli anni ,attraverso le esperienze, si acuirono non poco. Oggi Corradini attende che qualche società lo chiami per affidargli la panchina, dopo aver fatto la cosiddetta “gavetta” alle spalle di allenatori del calibro di Deschamps, Capello e Lippi, oltre che di Zola al Watford, nella sua più recente esperienza. Quando si parla di affidabilità, si può parlare di Corradini, che negli anni dei successi azzurri ha contribuito facendo la sua parte nel mosaico vincente del Napoli.

Di seguito il video del gol di Corradini alla Fiorentina:

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