L’editoriale di Alessia Bartiromo: “La settimana dei tifosi, risvolto agrodolce di un calcio a volte troppo moderno”

E’ tempo di mercato. Fin troppo forse. L’attenzione di questa settimana è tutta focalizzata sugli intrecci possibili tra i vari club, acquisti, cessioni, valutazioni, indiscrezioni, ingaggi, cartellini, malumori e chi più ne ha più ne metta. Più che i direttori sportivi però, in questi ultimi sette giorni, i protagonisti indiscussi del calcio sono stati sicuramente i tifosi. Nel bene e nel male, come sempre. Quando si vive una passione con grande amore e trasporto infatti, è possibile che essa trascenda con risvolti esasperati, così tanto da modificarne persino il futuro.

Partiamo proprio dal Napoli e dai suoi sostenitori, che anche in questo momento topico della stagione, restano sempre al fianco della squadra. Non importa quale sia la manifestazione, non conta il blasone dell’avversaria. E con questo credo che sa tanto di sermone e stile di vita, ecco che in poche ore termina qualsiasi tipo di biglietto per ogni tipo di competizione: per il vero appassionato non esiste Coppa Italia, Champions League, Europa League o Lete Cup che tenga, c’è solo il Napoli da vivere al “San Paolo”. Anche lui però, può vivere un momento di insoddisfazione: proprio perché siamo in tempo di mercato, ci si aspetta qualcosa in più per puntare al massimo risultato. Non solo Jorginho, per quanto sia un ottimo acquisto: le avversarie si rinforzano tanto, deve farlo anche il club di De Laurentiis. Un diktat espresso pacificamente con cori e striscioni da una parte della curva. Il patron guarda, memorizza, medita e lavora sottobanco. Staremo a vedere.

Domenica allo stadio ci sono anche i tifosi del Bologna. Gli stessi che per tutta la durata della gara contro Higuain e compagni invocano il Vesuvio, supportati da uno striscione lesivo ed alquanto sgrammaticato, oltraggiando di fischi persino Caruso del loro Lucio Dalla. Per la serie “l’ignoranza sociale e culturale non ha mai fine e purtroppo si è concentrata tutta al Dall’Ara”. Arrivano tempestivi i provvedimenti del Giudice Sportivo che ha chiuso la curva rossoblù per un turno, con la sospensione della pena fino a reiterazione del reato. Qualcosa induce a pensare che ciò avverrà molto presto. Brutte pagine, che non vorremmo davvero più riportare.

Proseguiamo con i supporter dell’Inter. Loro sì che hanno più gatte da pelare. Nuovo allenatore, nuovo presidente, nuovo progetto ma stessa classifica deludente, che allontana l’Europa di fin troppi punti. Il campionato è ancora lungo e c’è il mercato di riparazione, con il colpo di genio dell’anno: lo scambio Guarin-Vucinic: il colombiano in bianconero, il montenegrino in nerazzurro. Uno scambio “alla pari” un po’ atipico, che manda su tutte le furie i sostenitori di Zanetti e compagni, che dopo una maxi protesta sul web, saranno parte decisiva nel far saltare l’affare, al momento al cinquanta per cento. Benvenuti signori alla fiera del calcio moderno 2.0, quello che spesso si fa sui social network nel sacro regno del web. Ben lo sa Icardi, che ormai passa più tempo su Twitter che in campo.

Chiusa doverosa per i supporter di Roma e Juve in massa allo Stadio Olimpico ieri per il big match di Coppa Italia. E’ increscioso registrare ancora casi di violenza questa volta fisica, in egual modo se essa avviene fuori o dentro gli stadi. Lo sport rimane un hobby e come tale deve essere sano, nonostante la poca simpatia tra le tifoserie e l’agonismo tra due squadre che lottano anche per il vertice della classifica di A. Il calcio è cambiato e con lui, ahimè, a volte anche i suoi tifosi: spesso in positivo, talvolta anche in negativo. Per fortuna però, la passione, l’ironia e la positività dei supporter partenopei è sempre palpabile e non muterà mai. Godiamocelo.

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