Sono i terzini la chiave di volta della difesa

Da più parti si invoca per il Napoli l’acquisto di un difensore centrale dotato di poteri sovraumani che possa fermare le avanzate avversarie con la sola imposizione del pensiero, la flash news è che non esiste un calciatore del genere.  Esistono difensori centrali più forti di Cannavaro, Britos e Fernandez? Sicuro, ma il miglioramento della fase difensiva passa attraverso due fattori: riduzione del numero di palloni persi in avvio di azione e miglioramento del livello dei terzini.
Abituati per anni ad una difesa a tre gestita da soli centrali, si è persa la cognizione che in una linea a quattro la fase difensiva passa soprattutto dalla testa e dai piedi dei due terzini. Tra i terzini del Napoli attualmente in rosa, quelli con le caratteristiche giuste per fare bene in questo modulo sono Mesto e Zuniga (anche Reveillere appena sarà al top) e non è un caso che le prestazioni difensive del Napoli (che già di base è predisposto più a offendere che a difendere, sul filo di un equilibrio molto sottile) siano peggiorate di molto quando dopo aver perso il colombiano si è infortunato pure il terzino ex Genoa e Reggina.

Andando a riguardare per esempio gli ultimi gol subiti dal Napoli noterete sempre che le azioni vengono a originarsi sulle fasce dove i terzini non riescono a opporre una degna resistenza quando addirittura non si trovino fuori posizione (ad esempio Maggio contro Atalanta e Bologna), di conseguenza uno dei centrali è costretto a uscire creando un buco proprio al centro dell’area.  Si guarda il gol e il primo pensiero è incolpare il centrale, ma se si riguarda l’azione si comprende che invece il problema è altrove. La crescita delle ultime gare di Reveillere ha dato un po’ più di solidità alla fascia sinistra del Napoli (e infatti viene ultimamente preferito ad Armero almeno in avvio di gara), mentre le maggiori difficoltà sono di Maggio che alterna buone prestazioni (come quella di Verona) ad altre molto meno impeccabili.

Guardando giocare gli azzurri potete notare come molto spesso quando la palla è tra i piedi di Albiol o Fernandez, i terzini siano già ben oltre la metà campo lasciando spesso i difensori al pressing degli avversari. Se a questo aggiungiamo che il giocatore deputato a ricevere palla e impostare (Inler) è macchinoso e lento, ecco che l’azione nasce già con un passaggio forzato che non consente al successivo compagno di giocare rapidamente la palla verso gli avanti.
Una forzatura che spesso produce errori di passaggio quando non addirittura degli intercetti che rilanciano la squadra avversaria. Se invece gli azzurri schierassero due terzini di ruolo (quindi con attitudine innanzitutto difensiva e dotati di una buona proprietà tecnica) che in avvio di azione si dispongano ai lati dei centrali in avvio, offrirebbero soluzioni di passaggio per allargare le prime maglie difensive della squadra avversaria, ma essendo Maggio e Armero fondamentalmente due esterni di corsa questo non accade mai.

Per queste diverse ragioni prima ancora di ragionare sull’acquisto di un difensore centrale è necessario procedere a colmare le falle sulle fasce, acquistando terzini abili e navigati nella difesa a quattro, come ad esempio i giovani Jung, Montoya, Moreno, Bernat, oppure gli italiani Santon e Criscito, tutti validi obiettivi per i quali sono necessari investimenti importanti, ma necessari per operare il salto di qualità necessario anche alla fase difensiva del Napoli.

Andrea Iovene
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