Hamsik innesca il ballottaggio offensivo, Benitez alla prese con gli ultimi dubbi

E’ lì che bisogna scervellarsi: perché altrove, ormai, s’intuisce. E poi c’è l’emergenza che provvede ad incidere, a consegnare i «fratini», quegli aggeggi fosforescenti che rappresentano un’investitura. Ma è là in mezzo che c’è abbondanza e ora ch’è tornato Hamsik c’è tormento: perché chiunque resti fuori, sa di oltraggio alla scherma calcistica. Però si va in campo in undici e si gioca cercando gli equilibri e servono pure le gambe, dunque la corsa, e poi un pizzico di spavalderia: dunque, Napoli rifatto. Ma certo, perché contro l’Atalanta c’era stato il turn-over; e però stavolta rifatto anche, in linea di minima, rispetto

IL TERZETTO. Adesso che c’è Hamsik, restano sempre tre maglie e però ci sono cinque uomini: niente male, Benitez, perché non c’è allenatore al mondo che non voglia lasciarsi divorare dall’imbarazzo della scelta. A destra non si passa: è la fascia di Callejon, un diavolo autentico, un galactico travestito da principe azzurro, uno che s’è messo persino a segnare doppiette (e che doppiette!) e che non può essere toccato; semmai, volendo, lo si può spostare alle spalle di Higuain… Ma è difficile. Eh sì, perché poi in mezzo tra i tre ci può anche finire Mertens, che lo ha già fatto (contro l’Inter e poi anche contro la Sampdoria), che lo sa fare, che va a togliere l’aria magari all’uomo a lui più vicino (nel caso sarebbe Diamanti?) e poi riparte con quella corsetta letale. E a sinistra, visto il momento, perché non approfittare dello stato di grazia di Lorenzino Insigne? Dunque, gli indiziati ci sono tutti, per dar sostegno a el Pipita che chiaramente rientra tra gli intoccabili. Hamsik, essendocene la possibilità, potrebbe (abbonatevi al condizionale, con Benitez conviene) cominciare dalla panchina e infilarsi nel match quando gli avversari sono stanchi.

IL TANDEM. Che deve correre e portare anche un po’ la croce è quello svizzero: la metà campo è tutta di Dzemaili e di Inler, nell’attesa che approdi in campo anche Jorginho e conceda i necessari avvicendamenti. Ma per ora in due, c’è poi il giovane Radosevic che ha bisogno di esperienza ancora e che sta seguendo corsi accelerati alle spalle della coppia Dzemaili-Inler. A loro gli straordinari, dunque, per il momento: ma Jorginho li guarderà in televisione e comincerà a capire cosa l’attende, quali tipo di giocate servono in fase attiva e come si va a sostenere la difesa quando invece attaccano gli altri (ovviamente secondo il codice-Benitez).

LINEA AZZURRA. I quattro che invece stanno dietro sembrano annunciati: l’ultimo Maggio sta restituendo lustro a se stesso, non produce solo assist ma anche diagonali in quantità industriali; e i centrali, Fernandez ed Albiol, vanno considerati ormai i «titolarissimi». Semmai, volendo un po’ perdersi in ragionamenti e costruirsi qualche perplessità, ci si può spostare a sinistra e chiedersi se il Réveillère di domenica scorsa si lasci preferire da Armero. Improbabile, perché poi il francese ha dimostrato anche a destra di aver corsa e interpretazione rigorosa degli schemi. Semmai a Bologna c’è un amico in più a disposizione, perché è tornato nell’elenco dei convocati anche Paolo Cannavaro, il capitano in odore di cessione: però, e questo lo dice la storia dell’ultimo trimestre, per lui c’è un posto in panchina.

FONTE Corriere dello Sport

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