Napoli e il Napoli calcio femminile salutano Caterina Kensbock

Il calcio, talvolta, racconta storie di vita spontaneamente emozionanti nella loro naturale semplicità.

E, di contro, la vita, talvolta, regala al calcio, interpreti speciali, capaci di imprimere su quel manto erboso, sporco di sudore e sogni, molto di più di qualche anonimo e rude pestone.

La storia della vita di Caterina Kensbock, entrata a gamba tesa nella sua “storia d’amore” con il calcio, rappresenta, senza dubbio, una delle pagine più eloquenti di cui il calcio femminile può farsi vanto.

La tua caparbietà e la tua determinazione fanno capire che tipo di persona sei. Non avresti mai voluto lasciare la squadra, tant’è che hai ritardato il master di un anno mezzo. Da capitano ti dico che la tua partenza rappresenta un enorme perdita per la squadra, come amica, invece, ti dico che persone come te raramente si incontrano… Semplicità e naturalezza ti contraddistinguono. Mi mancherai molto, ma non posso che essere orgogliosa di avere un’amica come te. Quest’esperienza da sola, lontana dalla famiglia e da qualsiasi altro punto di riferimento, ti aiuterà ad acquistare un pò di sicurezza in te stessa. Avrai modo di formare ancor di più il tuo carattere, già deciso e determinato ad ottenere l’impossibile, con l’unica arma a tua disposizione: la capacità di non mollare mai di fronte ad ogni situazione.”

Come si deduce dalle parole del capitano, Valentina Esposito, quella disputata ieri contro il Brescia è stata l’ultima partita di Kensbock.

Quello stesso capitano che, oltre che con toccanti parole, ha voluto materialmente conferire alla calciatrice originaria di Berlino, il massimo tributo possibile, consegnandole la fascia di capitano.

Così, quella fascia, ieri, ha ereditato le parvenze di una sontuosa e rigogliosa corona che ha suggellato sacrifici, sentimenti e professionalità di una calciatrice intrepida e generosa e di una giovane, ma tenace donna, entrambe capaci di imprimere un’infinità di sincere emozioni, oltre a sudore e lacrime, in quella maglia numero 8.

Parole che raccontano un sentimento d’amicizia altrettanto puro, vero, disinteressato, sono pure quelle di cui si è avvalsa Roberta Filippozzi: “Se mi chiedessero tre parole per descriverti, sceglierei: umiltà, gentilezza e sensibilità. Ora che sei in procinto di partire, non posso che dirti: vai, segui i tuoi sogni, realizzali… Non aver paura! Osa, rischia, prova! Non pentirti mai delle tue scelte, perché lo sai, lo so… che le hai fatte col cuore! Quel cuore grande con cui hai saputo e sai riempire d’affetto le persone che ti stanno intorno. Ti auguro il meglio, Cate! Lo meriti… Ed è scontato ricordarti che, a dispetto dei chilometri di distanza, la mia presenza non ti mancherà mai!

La vita, quella così diversa e assai più problematica rispetto a quella condotta dai “signori del calcio maschile” ha imposto a Caterina di relegare in un angolo scarpette e borsone per macinare ben altri sacrifici: quelli necessari per costruirsi un “futuro stabile e sicuro”, perché, per “le signore del calcio”, la benzina che alimenta muscoli, motivazioni e sogni si chiama “passione” non “denaro”.

Kensbock rappresenta uno dei ritratti più espressivi dello spirito di sacrificio e della generosità rilevabili in questo sport.

L’ho vista ricoprire qualsiasi ruolo, senza mai tirare indietro la gamba o desistere dal lottare anche sul più sterile dei palloni, sempre pronta ad arginare qualsiasi lacuna, a tendere la mano e a “metterci una pezza”, leale, combattiva, instancabile, determinata, abile nel concedersi prodigiose galoppate di generosità e ad elargire incoraggianti pacche sulle spalle, quando le circostanze imponevano, a lei e alle sue compagne, di stringere i denti, mai troppo stanca o troppo affranta da una sconfitta per non dispensare un cordiale sorriso, a chiunque, disponibile, cordialmente riservata, solare, spiritosa, sensibile e gioviale, fuori dal campo.

Quanto sia encomiabile “il dono” di Kensbock di entrare dritto nel cuore delle persone con le quali condivide frammenti di vita è ribadito da una delle più giovani calciatrici della rosa del Napoli calcio femminile, Alessia Parnoffi: “Di persone come te, se ne incontrano poche nella vita, una di quelle persone che trasmette felicità già solo a vederla. Sei una persona fantastica, con un carattere d’oro, purtroppo ti conosco da soli due anni, mi avrebbe fatto tanto piacere averti ancora qui con noi, perché, per una piccolina come me, sei un esempio da seguire. Ti auguro il meglio e che ti diverta tanto in questa nuova avventura. Ti voglio un mondo di bene, Cate! Un bacio e un abbraccio forte dalla tua piccola “pagnuttella!

Ed è quanto traspare anche dalla sentita dedica della sua compagna di reparto, Anna Cafiero: “Non dimenticherò mai le tue smorfie dopo un colpo di testa, i nostri sospiri di sollievo ogni qual volta c’era un pericolo scampato e i sorrisi che ci scambiavamo mentre ci riposizionavamo a centrocampo, dopo un goal tanto atteso… Mi e ci mancherai davvero tanto, nessuna è come te!”

Messaggio “alla sua maniera”, poche parole, ma sincere e significative, invece, quelle di Manuela Rapuano: “Sempre insieme a me, Cateeeee!!!

“Spero tu possa realizzare i tuoi sogni e ti auguro tanta felicità. Ti voglio bene, Cate!”

Viaggiano sui binari della commozione anche le parole dell’estremo difensore azzurro, Sabina Radu: Con le dediche non sono molto brava…Abbiamo giocato per così tanto tempo insieme che mi suscita una sensazione stranissima il pensiero che vai via! Ti auguro il meglio e spero che un giorno ci rincontreremo su quel campo!

Commossa emozione è quanto trasuda anche dal pensiero di Emanuela Schioppo: “Grazie per tutto ciò che hai dato ad ognuna di noi e a questa splendida squadra. Ti auguro tanta felicità e che si possano realizzare tutti i tuoi sogni. Ti saluto con la speranza che le nostre strade si rincontrino presto, ti voglio bene Cate.”

Oltre ad essere una calciatrice fortissima, Cate è una ragazza straordinaria che ho conosciuto 5 anni fa, alla Salernitana.– Questo è quanto confermano ancora le parole di Roberta Diodato Mi hai insegnato tanto e fin dall’ inizio non ho potuto far altro che ammirarti e volerti bene. Ti auguro il meglio e spero che non ci dimenticherai mai. Ci sarà sempre un posto per te nel mio cuore, perché sei una di quelle poche persone davvero speciali.”

Infine, tocca a me: da “addetta ai lavori” sono sinceramente dispiaciuta per la tua partenza, perché il Napoli calcio femminile perde un tassello prezioso, per tutte le ragioni fin qui brillantemente elencate da quelle che continueranno ad essere le tue compagne di squadra e di vita, perché, grazie a voi ed attraverso il vostro spirito di squadra, ho imparato a comprendere che i legami che nascono prendendo a calci un pallone, sono destinati a rimanere eterni, quando i piedi che danno corpo a quel sogno sono animati dalla stessa disinteressata passione.
Dal punto di vista umano, applaudo ed ammiro la forza ed il coraggio, insiti nella tua scelta di ammainare un sogno per dare corsa e fiato alla vita reale, sperando che in questo nuovo cammino saprai trovare la felicità ed i riconoscimenti che meriti.
Ti ringrazio sinceramente, per essere stata tra le prime calciatrici a farmi sentire “a casa” tutte le volte che ero tra voi e per aver saputo tramutare la tua riservata timidezza in cortese disponibilità, pur di stare davanti ad un microfono e consentirmi di intervistarti. Oggi sento di poter dire con ferma convinzione che quella rimarrà una delle interviste delle quali andrò più fiera. E con altrettanta convinzione ti dico che devi essere orgogliosa della donna e della calciatrice che sei.

In bocca al lupo, Cate.

Con sincero ed infinito affetto

Luciana e le tue compagne di squadra.

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