Juan Manuel Iturbe, il folletto argentino che sfiorò il Napoli

A volte ritornano. Scoperti su campetti di periferia, visionati, quasi ingaggiati e poi persi del tutto. Affrontarli è sempre un colpo al cuore. E che guaio che sono quando poi, questi giovani talenti, diventano i maggiori pericoli in gare delicate come quella di domenica per il Napoli di Don Rafè. Stiamo parlando di Juan Manuel Iturbe, argentino classe 1993 che, a passo di tango, sta facendo sognare Verona e impazzire i maggiori club europei, pronti a versare tanto cash pur di accaparrarsi il talento sudamericano. Iturbe e il Napoli domenica saranno rivali, ma non tanti ricordano che proprio la squadra azzurra fu vicinissima al giovane asso albiceleste qualche estate fa, quando il piccolo Juan era una piccola stella del Cerro Porteno.

BLOCCATO AI DETTAGLI – Sembra tutto fatto una sera d’estate del lontano 2010. La notizia rimbalzò su tutti i maggiori network italiani: Juan Iturbe è ad un passo dal Napoli. Il calciatore aveva colpito gli uomini dello scouting azzurro che a più riprese lo avevano osservato e filmato per convincere Bigon e mostrare al d.s. napoletano le capacità del ragazzo. Non solo gli 007 partenopei erano rimasti stregati dal talento argentino. Nella terra di Maradona Iturbe era già stato soprannominato “il nuovo Messi” e le richieste dei club europei avevano intasato i fax della dirigenza del Cerro Porteno. Il Napoli però aveva anticipato tutti ma, ad un passo dalla firma, i “soliti” problemi per la dipartizione del cartellino tra società e agente e alcune incongruenze riscontrate sulle modalità di pagamento divisero il Napoli da quel talento che faceva impazzire l’Argentina e non solo.

PORTO E POI RIVER – Un altro anno in Paraguay prima del grande passo in Europa. Iturbe arriva al Porto per 4 milioni di euro, dopo un “Sudamericano Under 20” disputato da grande protagonista. In Portogallo però, il folletto sudamericano non trova lo spazio ideale per metter minuti nelle gambe ma soprattutto non ha le occasioni giuste per maturare. In un anno e mezzo gioca appena 6 partite, troppe poche per chi ha voglia di spaccare il mondo. La chance per dimostrare il suo valore arriva nel febbraio del 2013 quando Iturbe passa al River. 17 presenze e 3 gol, ma tante giocate da urlo e assist in quantità industriale. Il piccolo Juan dimostra di essere il campione decantato quando era solo un giovane di belle speranze e su di lui si riaccendono le sirene dei top club europei.

LA CHIAMATA DEL VERONA – Il giocatore ritorna ad Oporto con la speranza di poter essere finalmente parte integrante del club campione di Portogallo in carica. Le cessioni di Joao Moutinho e James Rodriguez sembrano spianargli la strada ma così non è. Il rapporto con Paulo Fonseca non è dei migliori, ed ecco che dalle retrovie spunta Sean Sogliano, attuale direttore sportivo del Verona, che fiuta l’occasione e mette a segno il vero e proprio colpo dell’ultimo giorno di mercato. Prestito con diritto di riscatto fissato sugli 8 milioni di euro, prezzo che ora potrebbe valere solo la metà del cartellino. 14 partite e 5 gol, Iturbe diventa subito un pupillo del Bentegodi dopo il gol su punizione al Livorno. La vera e propria magia la mette a segno a Bologna dove punta e salta l’intera difesa emiliana grazie alla sua super velocità. Iturbe è diventato “Iturbo” e, a suon di accelerazioni e giocate da urlo, vuole continuare a far impazzire l’Italia e magari anche Napoli che con gli argentini, si sa, ha un feeling del tutto speciale.

Sabato Romeo

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