Durante questa settimana, più che mai, dobbiamo sentirci “Napulitan’ “!

editoriale_luciana_espositoE’ inutile girarci troppo intorno: l’alba che sta per introdurre la settimana che verrà è quella che sfocerà nella “Regina di tutte le sfide”, la più attesa, la più chiacchierata, la più sentita: Juventus – Napoli.

La partita che, per i napoletani, è intrisa di ben più ampi e dissimili significati che abbondantemente esulano e sconfinano dalle tematiche di carattere strettamente calcistico-sportivo.

Proprio lei, quella “Vecchia Signora”, l’acerrimo nemico a strisce bianconere che incarna valori ed ideologie così dissonanti, diametralmente opposte ed irreversibilmente inconciliabili con “l’orgoglio, la rabbia e la prepotenza di Napoli”, con quel peculiare ed inconfondibile, squisitamente ed unicamente “nostro” modo di vivere, pensare, parlare, esprimersi, amare…E tifare.

Dal punto di vista strettamente calcistico, nella storia recente, mai era accaduto, in maniera così oggettiva e marcata, che le due compagini giungessero alla suddetta sfida in una situazione di paritario equilibrio: medesimo posto occupato in classifica, tasso tecnico alquanto equo, analoghe ambizioni e, perfino, la condivisione dello stesso intento, ovvero, rendere la vita difficile a quella Roma che assisterà al match dal gradino più alto, occupando la posizione privilegiata di chi guarderà la sfida con la consapevolezza che le sorti di quella gara, probabilmente, determineranno il nome di quell’avversario dal quale dovrà prudentemente guardarsi le spalle.

Difficile e perfino assurdo risulta, in una fase ancora primordiale del Campionato, etichettare delle partite come “determinanti”, proprio perché i punti in palio sono ancora molteplici.

Tuttavia, questa partita sarà “determinante” sotto altri aspetti: convinzione nei propri mezzi, input motivazionali, entusiasmo, fiducia e quant’altro di positivo può scaturire dalla vittoria di un cruciale scontro diretto, in chiave prospettiva futura.

E soprattutto: è la partita intrisa delle emozioni più viscerali, sentite, contrastanti e totalizzanti, almeno per la gente di Napoli. E’ la partita dei napoletani che vivono al “Nord del mondo”, stanchi delle continue mortificazioni arrecate alla loro terra, al suo “Vesuvio” ed al suo Santo, ai loro fratelli, compagni di sventure quotidiane, “cornuti” dalle necessità dettate dallo “spirito di sopravvivenza” e “mazziati” da quegli “stranieri”, incapaci di “ospitarli”, perché fortemente vogliono che non si sentano a “casa loro”, perché quella non può e non deve essere “casa loro” e quindi, costruiscono strade intrise di chiodi d’intolleranza e carboni ardenti di discriminazioni, sulle quali, “quei napoletani” hanno imparato a camminare a piedi nudi, somatizzando le lancinanti pene che scandiscono il loro cammino, pur di sopravvivere, pur di non rinnegare la loro amata Napoli.

E’ la partita dei napoletani che vivono a Napoli e che inciampano continuamente in altri napoletani che hanno sposato, invece, i colori bianconeri, con le conseguenti, estenuanti, inconcludenti discussioni che, inevitabilmente, ne derivano e che, sovente, degenerano oppure sfociano nel paradossale piuttosto che nell’incomprensibile imbarazzo, quello che ricopre il raziocinio allorquando si trova al cospetto della nuda essenza della gretta stupidità umana.

Tutti vorrebbero che Juventus-Napoli fosse “solo” una partita di calcio, ciascun tifoso sinceramente innamorato dei sani valori dei quali questo sport dovrebbe farsi portatore, lo auspicherebbe, per questa e per tutte le altre partite di calcio, ma questa, più di tutte le altre, non sarà mai “solo una partita di calcio”.

Ai napoletani che calpestano brandelli di terra diversamente distribuiti in tutto il Pianeta e, con particolare e sentito affetto a coloro che vivono “al Nord del mondo”, dico di non cadere nella sterile e tutt’altro che lungimirante politica del “gettare benzina sul fuoco”, alimentando la tensione con sfottò, offese, ingiurie ed azioni depauperanti in termini di dignità e civiltà, piuttosto, durante queste settimana, più di sempre, camminiamo a testa alta e sventoliamo con orgoglio la bandiera che ciascun napoletano porta cucita nell’anima, conferendole il massimo, estremo, sincero, accorato tributo. Loro dicono di essere “la storia di un grande amore”, spetta a noi fargli capire che “l’amore è nato a Napoli!”

Durante questa settimana, più che mai, io voglio sentirmi “Napulitan’ “!

http://www.youtube.com/watch?v=e2MPiz45b6o

Luciana Esposito

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