Continua la vergogna sugli stadi: a Torino la tifoseria nerazzurra intona “Napoli colera”

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L’avevano annunciato dopo la sentenza del Giudice sportivo che aveva decretato la chiusura (poi congelata) di San Siro per Milan-Udinese e sono stati di parola. Gli ultras dell’Inter ieri hanno iniziato in perfetta sincronia con il fischio d’avvio dell’arbitro Doveri. Un medley avviato con il solito coretto «Napoli colera», proseguito con «un solo grido un solo allarme, Milano in fiamme» e chiuso con «hai il mare inquinato, bastardo blucerchiato». Tanto per non fare prigionieri e discriminare territorialmente tutti. Se stessi compresi. Non appena – correva il 12’ – lo speaker dell’Olimpico ha diffuso l’annuncio che il ripetersi di certi cori avrebbe potuto portare alla sospensione della gara, la fetta di tifosi interisti ha ripreso a intonare «Napoli colera», ma pure canti a favore degli stessi napoletani. Al 36’ nuovo annuncio dello speaker, sommerso dai fischi e da un altro «Milano in fiamme» e da un «interista pezzo di m…».

Intanto il Giudice sportivo Gianpaolo Tosel aspetta i referti e le relazioni dei collaboratori della Procura federale: ci sono stati cori contro Napoli e i napoletani sia a Roma sia a Milano. I soliti. Ma nel frattempo sono cambiate le regole: sono stati introdotti la condizionale e la «dimensione e percezione» del fenomeno. Cosa è cambiato davvero? È indubbiamente la novità maggiore. I collaboratori della Procura federale (in genere sono loro e il quarto uomo a prestare attenzione al fatto, l’arbitro è preso dal gioco) devono scrivere se il coro è stato «sentito» in tutto lo stadio e soprattutto quanti si siano resi responsabili del gesto. In questo caso (parliamo dei cori di venerdì sera all’Olimpico e quelli di sabato a Milano) sembra siano inequivocabili, ma bisognerà aspettare e soprattutto leggere attentamente il comunicato del Giudice Tosel, mai come questa volta sarà probabilmente indispensabile sapere esattamente cosa hanno scritto per far scattare eventuali sanzioni.

La curva del Milan al momento ha un solo caso di squalifica. La «recidiva» che ha portato alla chiusura dell’intero stadio al momento è sospesa dalla Corte di giustizia federale e non vale. Per la Roma l’articolo 21 comma 2 del Codice di giustizia sportiva prevede che sanzioni della precedente stagione siano ritenute recidive. Il consiglio federale di mercoledì non ha potuto cancellare la sanzione della chiusura dello stadio, ma ha fornito la possibilità di limitare il provvedimento ai soli settori «incriminati», introducendo poi la condizionale. Ma il regolamento lascia una finestra aperta all’ipotesi di sospensione della sanzione anche in caso di recidiva. Inoltre non è stata cancellata l’ipotesi che si possa (in caso di recidiva) chiudere l’intero impianto, ma si è «aperto» alla possibilità che si vada avanti chiudendo solo un settore.

FONTE: Gazzetta dello Sport

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