Mazzarri, tanti dubbi per il futuro, ma anche tante certezze in campo per il presente

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Se i tanti, troppi dubbi di Mazzarri in questo momento stanno contribuendo a creare una cappa di incertezza sull’ambiente Napoli, quello che il tecnico ha dato a questa squadra nei suoi quasi quattro anni solari di gestione tecnica rimane un valore aggiunto, anche nel caso il tecnico livornese dovesse mollare gli ormeggi. Una squadra solida tatticamente e psicologicamente, con un alcuni giocatori valorizzati al massimo delle loro potenzialità, uno staff tecnico capace di seguire al meglio la squadra. E non è poco. Ecco come sulle colonne de “Il Mattino” il suo lavoro viene elogiato.

Il secondo posto ha un marchio speciale. Quello di Walter Mazzarri. L’allenatore è l’artefice principale della straordinaria annata che si aggiunge a quelle precedenti. Quattro anni fantastici. La qualificazione in Europa League, poi il terzo posto con la qualificazione in Champions, la vittoria della coppa Italia e ora di nuovo la Champions diretta. Mazzarri è il punto di riferimento, il trascinatore, lo stratega, il motivatore. Non è un semplice allenatore, attentissimo alla tattica e allo studio degli avversari. Un allenatore a tutto tondo, capace di ricoprire tutti gli aspetti e soprattutto di formare un gruppo di ferro. La sua qualità migliore è quella di riuscire a tirare fuori il massimo dai calciatori in cui crede e sui quali intuisce di poter lavorare.

Un esempio su tutti, quello di Zuniga. Venne acquistato dal Siena ed era ai margini, poi con Mazzarri è cresciuto diventando ora un elemento insostituibile, uno degli esterni sinistri più forti del campionato. Quest’anno il suo obiettivo era quello di ottenere il massimo dal campionato e tutte le sue scelte sono state mirate in tal senso con l’Europa League giocata con le seconde linee. E ancora una volta ha avuto ragione lui, il tecnico toscano, il saldo attivo degli azzurri rispetto alla stagione scorsa è incredibile. Tanti numeri importanti per sottolineare la grande annata, a cominciare da Cavani, re dei bomber e capace di migliorare il record di gol dei due anni precedenti a Napoli. Un martello, un perfezionista, coinvolto in maniera piena nel suo lavoro. E in questo campionato anche una straordinaria duttilità, Mazzarri ha variato il modulo del Napoli a seconda della partita e della condizione di forma dei suoi.

A Dimaro in ritiro provò il 3-5-1-1, poi è partito ed è andato avanti a lungo con l’abituale 3-4-1-2. Nelle fase finale della stagione, cioè dopo il ko a Verona contro il Chievo, Mazzarri è tornato al modulo estivo, con Dzemaili e Hamsik, mezzale ai lati di Behrami, e il Napoli ha infilato la serie di risultati consecutivi rilanciandosi nella corsa alla Champions. Duttilità anche durante le partite. Il tecnico toscano è partito sempre con la difesa a tre, poi è passato a quattro quando c’era da recuperare il risultato. E gli azzurri in maniera automatica sono riusciti a passare da una situazione all’altra senza accusare contraccolpi. Il Napoli ha sempre mostrato l’anima del suo tecnico, una squadra che in campo non si è arresa mai, riuscendo spesso a recuperare anche le situazioni apparentemente compromesse. Sì, questo è il Napoli di Mazzarri.

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